Centri di ricerca per far crescere aziende e occupazione

Si crede sia consentito a qualsiasi pubblico osservatore, equidistante da ogni formazione politica, esprimere la propria opinione a metà mandato del governo Marche. Mandato oggettivamente difficile, non foss’altro che per una sconvolgente pandemia e una guerra, entrambi in corso. Ciò nonostante, il governo Acquaroli sta reagendo per ottimizzare i fondi europei del Pnrr, per varie opere infrastrutturali, i cui progetti esecutivi poi seguiranno. Purtroppo, i marchigiani hanno un sistema industriale in forte ridimensionamento per aziende e occupazione. In tale ventennale stato, economisti nazionali suggeriscono, prima di strade, ponti e trenini stagionali, si dia precedenza alla moltiplicazione dei centri di ricerca, universitari e non.

Inevitabile scelta per favorire la nascita di nuove aziende, per costruire nuovi originali prodotti, per rimanere e conservare quota di mercato mondiale. Scelta, ovviamente, contestuale alla totale digitalizzazione dell’attuale sistema lavoro produttivo. A fronte di migliaia di aziende chiuse negli ultimi due decenni, nessuna grande o media nuova azienda è nata nelle Marche. Regione nota nel mondo, per il suo essere stata ’Nuovo, originale modello Europeo di sviluppo industriale’, oggi, può ambire a divenire una regione di grande dinamica accoglienza, modello di sviluppo, puntando sia sui tradizionali comparti produttivi, che su quelli del terziario avanzato. Iniziando con il formulare una visione delle Marche, capace di attrarre le multinazionali, come stanno attrezzandosi alcune regioni vicine.

Si impone una visione-sistema delle Marche, potenzialmente capace di attrarre anche complessi terzisti nazionali-europei. Ovviamente, coinvolgendo tutte le università marchigiane, l’Istao, i vecchi e nuovi centri di ricerca, taluni sindaci di grandi vedute. In sintesi, dare corpo e vita a concreti progetti di sviluppo economico. Per concludere, non sarà mai inutile affermare che solo un sistema industriale-produttivo garante di occupazione, produce ricchezza pubblica. Utilizzare i fondi del Pnrr per il comparto industriale ed agroalimentare significa creare le premesse per produrre ricchezza, per uno sviluppo globale della regione. Mai l’inverso. Salvo non si voglia superare il già crollo della popolazione marchigiana passata da: 1.489.790 a 1.131.680.

Ubaldo Renzi