Ascoli, Cesaroni ha inseguito i suoi aggressori prima di crollare a terra

Ecco la ricostruzione dell’agguato all’ex dirigente sportivo dell’Ascoli Calcio

Alessandro Cesaroni,  ex dirigente dell’Ascoli Calcio e compagno di Giulia Benigni

Alessandro Cesaroni, ex dirigente dell’Ascoli Calcio e compagno di Giulia Benigni

Ascoli, 21 dicembre 2016 - Ha reagito e ha rincorso per un po’ i suoi aggressori Alessandro Cesaroni. Si stanno componendo tutti i tasselli relativi all’agguato all’ex dirigente sportivo dell’Ascoli Calcio, avvenuto lunedì 12 dicembre, quando il 41enne è stato accoltellato davanti alla palazzina della madre. Provando a ricostruire l’accaduto, sulla base delle testimonianze di due persone che hanno visto la scena e della stessa vittima, Cesaroni, poco dopo le otto di mattina, mentre usciva da una palazzina all’ingresso del ponte di San Filippo, è stato colpito alla testa da dietro con un bastone; e mentre uno dei due aggressori lo picchiava, l’altro gli infliggeva una serie di coltellate: cinque per la precisione, una delle quali poteva risultare fatale perché gli ha perforato un polmone.

Cesaroni, colto di sorpresa, non è riuscito a divincolarsi, ma ha provato comunque a difendersi e poi, in un secondo momento, ha rincorso i due malviventi che scappavano a piedi, dopo che un automobilista aveva iniziato a suonare il clacson riuscendo in questo modo a interrompere l’aggressione. L’ex dirigente, provato dal dolore per la ferita e per i colpi ricevuti, dopo una decina di metri si è poi accasciato a terra, dove gli sono stati prestati i primi soccorsi da un’infermiera non in servizio che abita poco distante ed era appena uscita di casa.

Il 41enne è stato poi portato in ospedale ed è stato operato d’urgenza per ricucire la lesione al polmone provocata dalla coltellata che lo ha raggiunto all’altezza dell’addome. Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di individuare gli aggressori, che avevano il volto coperto da un cappellino, e per capire per quale motivo volevano uccidere Cesaroni. Il sostituto procuratore Mara Flaiani ha infatti aperto un fascicolo a carico di ignoti per tentato omicidio: l’entità del taglio ricevuto all’addome era infatti tale da poter mettere a rischio la vita del genero dell’ex patron bianconero Roberto Benigni. Il 41enne, ascoltato dagli inquirenti già il giorno stesso dell’agguato, e poi altre colte nei giorni successivi, non ha saputo fornire molte spiegazioni, limitandosi a ricostruire il fatto senza riuscire a dire il motivo che potrebbe averlo scatenato.  Sembra, però, che in passato Cesaroni abbia già subito delle minacce: una circostanza, questa, ancora tutta da chiarire e sulla quale sono in corso ulteriori indagini per capire se ci sono dei nessi con l’episodio di lunedì 14 dicembre.