"Chalet, proroghe a rischio Ci sono già ricorsi al Tar"

Pietro Aureli, presidente di ’CuprAmare Balneari’ porta l’esempio della Toscana: "L’estensione delle concessioni demaniali al 2033 non è affatto al sicuro"

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Per il momento nelle Marche il problema dei tribunali regionali che chiedono di disapplicare l’estensione delle concessioni demaniali al 2033, non si è ancora presentato, ma in Toscana (il tar ha accolto il ricorso dell’Antitrust contro estensione concessioni balneari al 2033 presentato dal Comune di Piombino), e nel Lazio e i Liguria tar e amministrazioni comunali sono accerchiati. Comprensibile, quindi, la preoccupazione degli operatori della balneazione della Riviera delle Palme. A far presente il problema è Pietro Aureli, titolare dello chalet Gabbiano di Cupra Marittima e presidente dell’associazione di categoria ’CuprAmare Balneari’. "Il governo Draghi è come l’ultima spiaggia dei balneari, perché oggi gli amministratori locali sono frastornati e pressati dai tribunali che chiedono di disapplicare la legge di bilancio 1452018 sull’estensione al 2033 delle concessioni anche sulla base della lettera di messa in mora della comunità europea. Gli ultimi Governi, nel tentativo di risolvere il "problema Bolkestein", hanno dato un indirizzo poco chiaro agli enti locali e la possibilità ai tribunali regionali di alimentare la confusione. Dal 2010 ad oggi nessun governo ha chiarito l’errata applicazione di una "direttiva servizi" che il suo stesso autore, Frits Bolkestein, ha detto di non avere pensato per un bene come lo è una "concessione di spiaggia". Nessun Governo ha chiarito perché l’Europa adotta due pesi e due misure per quanto riguarda le evidenze pubbliche (le cosidette aste) Spagna, Portogallo, Grecia e Croazia, hanno proroghe in corso dai 30 ai 75 anni, per gentile concessione della comunità Europea avvallate dai commissari di turno. Eppure la stessa comunità europea obbliga, solo in Italia, di applicarla e dare le nostre spiagge a tutti. Di fatto non esiste alcun impedimento per un imprenditore italiano o internazionale a possedere uno stabilimento balneare. Può comprarne uno fra le centinaia che ogni anno vengono posti sul mercato. Perché le imprese balneari sono già sul mercato e sono già soggette a concorrenza, data la vastità di imprese e possibilità di nuove concessioni. E’ un mercato che possiamo definire iper-concorrenziale dove il cliente si sposta in base alle mode e premia gli investimenti di ognuna. Negli ultimi dieci anni, si sono susseguiti ben otto governi senza riuscire ad avere una buona riforma del demanio marittimo. Il chiasso che c’è per le concessioni turistiche ricreative del demanio marittimo non c’è per altre Concessioni dello Stato, ne ci risultano levate di scudi dell’opinione pubblica o lettere di messa in mora della Comunità Europea per queste ultime. Noi come associazione CuprAmareBalneari chiediamo, a tutte le forze politiche presenti in questo Governo, di proteggere, nel periodo più drammatico della crisi economica, dall’incertezza totale e dalla speculazione internazionale, le piccole imprese del settore turistico balneare che, a nostro avviso, è un "fenomeno" sociale che qualifica e sostiene tutto il sistema turistico italiano".

Marcello Iezzi