"Che bello rivedere i compagni Ma bus e aule uguali a settembre"

I ragazzi di nuovo in classe con l’anticipo dell’ordinanza inizialmente datata al primo febbraio "La dad crea problemi ma anche stare 5 ore con le finestre aperte non è una gran soluzione"

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Tra la gioia di poter rivedere finalmente i propri compagni e la preoccupazione per vecchi problemi che ancora non sono stati risolti, il ritorno in classe di ieri della metà degli studenti ascolani iscritti alle superiori è stato scandito da questi due stati d’animo. Da un lato, dunque, la contentezza di essere finalmente tornati ad una quasi normalità, dall’altra la constatazione che le problematiche che c’erano a settembre sono rimaste tali, soprattutto in classe e sui mezzi di trasporto, luoghi in cui la misura del distanziamento è ancora difficilmente applicabile. Per non parlare del fatto che rimanere per cinque ore con le finestre aperte d’inverno, può sì scongiurare il contagio da Covid-19, ma non che i ragazzi si possano ammalare di altro. E’ andata meglio, a detta dei diretti interessati, laddove la presenza è stata consentita alla metà del numero degli studenti di una stessa classe, ma la didattica mista in alcuni casi ha però creato problemi per via dei collegamenti in remoto rallentando le lezioni, sia in aula, sia per chi era a casa.

Insomma, benché sia importante che gli studenti ascolani e marchigiani siano finalmente tornati a scuola, di problemi da risolvere ancora ce ne sono tanti. A dirlo sono gli stessi alunni. "La voglia di tornare a scuola e alla normalità – dice Giorgia Sisti, studentessa del quinto anno al liceo economico-sociale ‘Stabili- Trebbiani’ – è ovviamente tanta, ma non è cambiato praticamente nulla sui trasporti. Per noi è anche difficile rimanere seduti in classe per 5 ore con le finestre aperte e con pause di soli 5 minuti, ma speriamo che la situazione migliori. Comunque sono felice di essere tornata a scuola". Condividere qualche ora con i propri coetanei è uno degli aspetti per il quale Matteo De Santis, studente del primo anno all’Ipsia, preferisce la didattica in presenza. "Sono contento di essere tornato a scuola – dice –, almeno posso dialogare con i miei compagni. Con attenzione naturalmente, tant’è vero che anche la ricreazione ce la fanno fare in classe seduti. A questa settimana di didattica in presenza alterneremo la prossima in Dad. Preferisco la prima, ci sono meno problemi".

Fa parte degli studenti che stamattina hanno rivisto metà dei compagni di classe Martina Cecchini del terzo anno all’Iis ‘Mazzocchi-Umberto I’. "Oggi (ieri ndr) sono andata a scuola – dice –, ma non funzionando bene gli audio dei pc per il collegamento con chi era a casa, i professori hanno avuto difficoltà con la didattica mista e dunque si è perso del tempo. Personalmente in queste condizioni preferisco restare a casa in Dad". "Siamo tornate a scuola – concludono Aurora Vennarucci e Siria Peroni, studentesse del 3D del liceo delle scienze umane ‘Stabili-Trebbiani’ – e fino al 30 gennaio saremo in presenza, poi dal 31 gennaio al 6 febbraio in didattica in distanza. E’ stato più o meno tutto come a settembre, tranne per il fatto che dobbiamo indossare la mascherina anche sul banco. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, per chi arriva ad Ascoli da fuori come noi, non abbiamo visto cambiamenti, non hanno aumentato le corse. Le scuole hanno sì la metà degli studenti, ma le classi sono piene come a settembre, dai 25 ai 30 alunni".

Lorenza Cappelli