"Chiudere alle 18? Non possiamo"

Gelaterie e pizzerie al taglio commentano la proposta di Wap: "Va bene la solidarietà, ma apriamo poco prima"

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La proposta del Wap di un orario di chiusura uniforme per i commercianti del centro storico di Ascoli non è accolta da tutti con la stessa "comprensione". Dopo la reazione solidale da parte dei gestori di negozi di abbigliamento, propensi ad aderire all’iniziativa, ci si scontra con un approccio più "duro" da parte di chi si trova dietro al bancone di una gelateria o di una pizzeria al taglio.

"Apro solo il pomeriggio, chiudere alle 18 significherebbe non aprire per niente – ci spiega Andrea di ’Rret la piazza’ –. La mia attività prevede una modalità di gestione diversa da un negozio di vestiti". C’è poi chi esita di fronte a una presa di posizione netta e se la cava con un "onestamente non lo so", come risponde Fabio, gestore della gelateria ’Qui si gode’. Ma non mancano le argomentazioni dietro ai suoi dubbi sulla effettiva efficacia di una chiusura anticipata per tutti: "Il mio pensiero è andato subito ai ragazzi che gestiscono i pub del centro dopo l’entrata in vigore del dpcm; molti sono amici, gli siamo vicino. Ma se chiudessimo anche noi ci sarebbe una ripercussione negativa in tanti altri settori, a questo nessuno ci pensa". Meno gelato venduto, meno latte da ordinare, ad esempio. "Così si affossano tutti i fornitori che sono dietro alla realtà delle gelaterie e a fermarsi sono famiglie, imprese e sogni" conclude Fabio Strippoli, sostenendo che anche come piccola realtà locale possono fare la differenza ed abbassare le serrande sarebbe un po’ come "abbassare la testa". Anche Enrico, gestore della storica pizzeria ’Ascolana’, troverebbe difficoltà nel vendere una delle sue famose pizzette tonde e croccanti la mattina, piuttosto che nel tardo pomeriggio: "Chiudere alle 18 significa a malapena lavorare mezza giornata. Non è questione di solidarietà, ma già la mattina lavoriamo poco, è un tipo di attività diversa dall’abbigliamento quindi per il momento andiamo avanti così, poi si vedrà".

"Si va incontro a tempi duri, soprattutto con l’arrivo della stagione invernale, questo è certo", gridano all’unisono. Anche il settore dello ’street food’ vuole capire dunque ’che aria tira’ prima di prendere decisioni sul come muoversi.

Rachele Fratini