Il giudice del tribunale di Teramo Procaccini ha emesso tre condanne nel processo terminato ieri che riguardava la morte di Marino Urriani, deceduto il 12 giugno 2016 mentre in sella alla sua bicicletta percorreva la strada che da Castel di Lama conduce ad Ancarano, in territorio abruzzese. Il 57enne di Castorano andò a sbattere contro un camion fermo a bordo strada a causa di un restringimento della carreggiata ostruita dalla terra di una frana risalente a molto tempo prima e che non era mai stata rimossa.
Davanti al tribunale di Teramo sono stati giudicati tre dipendenti della Provincia di Teramo che dovevano rispondere di omicidio stradale colposo. Il dirigente del settore viabilità è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione, il responsabile e il coordinatore del nucleo operativo del settore viabilità (che aveva la competenza per la strada dove è avvenuto l’incidente mortale) sono stati condannati, il primo a due anni e quattro mesi, il secondo a due anni e due mesi. Nel corso del processo il giudice ha fatto svolgere una perizia per ricostruire nei minimi particolari la dinamica dell’accaduto per capire se ci fossero responsabilità dei tre dipendenti della Provincia di Teramo nel decesso di Urriani. Nel processo erano parte civile i familiari del 57enne di Castorano, assistiti dagli avvocati Alessandro Mariani e Adalberto Palestini. Urriani finì contro il camion parcheggiato, riportando lesioni che ne provocarono la morte. Per la Procura di Teramo a monte del sinistro mortale vi sarebbe la mancata rimozione della terra lungo la strada provinciale, residuo di una frana avvenuta nel 2013, ben tre anni prima del giorno in cui morì Urriani.
p. erc.