Circo bloccato ad Ascoli per covid: "Stiamo finendo i risparmi"

Il Madagascar è accampato al quartiere di Monticelli. "Siamo fermi da tre mesi in città e abbiamo ricevuto tanti aiuti, ma siamo preuccpati"

Il circo Madagascar bloccato ad Ascoli

Il circo Madagascar bloccato ad Ascoli

Ascoli, 13 gennaio 2021 - "Siamo bloccati da tre mesi e tra poco finiremo tutti i nostri risparmi". È sconsolata la voce di Massimiliano Martini, il responsabile degli animali del circo ‘Madagascar’, rimasto confinato da mesi all’interno di un’area verde nel quartiere di Monticelli. A due passi dall’accampamento, costellato di camper, tendoni e animali esotici, c’è la pista ciclabile, dove ogni giorno, con la pioggia e con il sole, gli amanti dello sport passano e ripassano, per una corsetta o una passeggiata che possa alleviare almeno per un’ora il tedio del lockdown. Lo scenario, dai primi giorni di novembre, è sempre lo stesso: giraffe, elefanti, struzzi, cammelli, tigri, leoni, cavalli e zebre. Animali che nessuno aveva mai visto lì prima d’ora e che ormai sembrano essersi persino adattati al nuovo ambiente.

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Nonostante il freddo e gli spazi rimediati, Massimiliano si prende cura di loro come se fossero suoi figli. "Del Piero, Ercolina, Peppino! Venite qui". Li chiama tutti per nome, e loro si lasciano avvicinare e accarezzare, come se fossero animali domestici. "Per il freddo non ci sono grandi problemi – spiega il responsabile, che fa questo lavoro da tutta la vita – abbiamo i tendoni riscaldati e gli animali, quando vogliono, possono rientrare all’interno. Il vero problema è il cibo, e presto lo sarà anche per noi". Il circo è rimasto fermo troppo a lungo. Lo stop è arrivato come un fulmine a ciel sereno, quando lo spettacolo stava per andare in scena nella nostra città. "Fino al giorno prima avevamo la possibilità di lavorare – spiega ancora Martini – rispettando, ovviamente, le restrizioni imposte dal Governo. Il nostro circo può ospitare 1.500 persone, ma la normativa prevedeva la possibilità di farne entrare solo 200. Si guadagnava meno, certo, ma funzionava. Tutto era in sicurezza e non c’erano reali pericoli. Poi all’improvviso è finito tutto. Siamo rimasti bloccati qui senza la possibilità di lavorare, e neppure di muoverci per andare altrove".

Gli spostamenti, però, sono un problema relativo. I circensi, si sa, sono nomadi e si spostano sempre, per tutta la vita. Non hanno una fissa dimora, la loro casa è il circo. Ma se il circo si ferma, sono perduti. "Siamo contenti di stare qui – dice ancora Massimiliano Martini – la città ci ha accolto con amore e dobbiamo ringraziare di cuore tutti: dal sindaco Marco Fioravanti, che ci è stato vicino in ogni modo possibile, al parroco della chiesa, che ci ha offerto aiuti preziosi, fino a Coldiretti, che ci ha regalato il foraggio per nutrire gli animali. Tante altre aziende della zona ci hanno supportato, e anche tanti cittadini. Ciò che vorremmo, ora, è poterci esibire con in uno spettacolo per ringraziare tutta la città. Speriamo davvero che il nuovo decreto possa farci realizzare questo sogno".

Il circo è composto da 70 persone e altrettanti animali. Tutti sono in pensiero per il loro futuro e temono il peggio: "Finora siamo andati avanti con i nostri risparmi e con gli aiuti – spiega Martini – ma adesso siamo davvero in pensiero. I soldi stanno finendo e non sappiamo come fare. Così è dura e ciò che ci fa rabbia è che i centri commerciali, i mercati, i bar e i ristoranti sono aperti e sempre affollati. Noi siamo nella stessa condizione di chi ha un cinema o di chi lavora a teatro: siamo stati dimenticati".