Circo Madagascar ad Ascoli: "Siamo bloccati da 5 mesi, aiutateci"

Il circo Madagascar è bloccato in città da novembre: 80 dipendenti e 100 animali allo stremo: "Dal Governo nessun sostegno"

Viaggio nel mondo dimenticato del circo 'Madagascar'

Viaggio nel mondo dimenticato del circo 'Madagascar'

Ascoli, 7 aprile 2021C’è un mondo dimenticato alla periferia della città. Un mondo favoloso e itinerante… fino a 5 mesi fa, quando il tempo si è fermato, paralizzando anche loro: gli 80 dipendenti e i 100 animali che rendevano unico il circo ‘Madagascar’, ormai ridotto al fantasma di sé stesso. Dai primi di novembre questa gigantesca carovana è accampata su una striscia di terra alla fine di Monticelli: un quartiere nel quartiere, che ormai somiglia sempre di più ad un limbo dal quale è impossibile uscire.

La voce del titolare, Oreste Gravagna, restituisce un quadro disperante, facendo luce su una realtà che, purtroppo, è rimasta troppo a lungo confinata nell’ombra: "Siamo arrivati al punto di non ritorno – dice, sconsolato – stiamo sopravvivendo grazie agli aiuti dei cittadini e alle poche forze che ci sono rimaste, ma non abbiamo più molto tempo". Il circo, come attività, è equiparata alle altre aziende con partita Iva, anche se il Ministero della cultura ha stanziato 20 milioni di euro destinati ad "attori, cantanti, danzatori, musicisti, altri artisti e maestranze scritturati per spettacoli di teatro, danza, musica, circo".

Tuttavia, di questi soldi, il circo ‘Madascar’ non vede neppure l’ombra. "Abbiamo fatto domanda per ricevere i contributi, esattamente come gli altri titolari di partita iva – spiega Oreste Gravagna – ma nessun incentivo ci è ancora arrivato. Così non possiamo andare avanti, anche perché abbiamo spese enormi da sostenere". La perdita stimata è di ben 50mila euro al mese: soldi che servono non solo per sfamare i circensi e i 100 animali che, come vuole la tradizione secolare, fanno parte a tutti gli effetti della compagnia, ma anche per pagare le utenze e le tasse: "Le spese sono enormi. Paghiamo 3mila euro al mese di luce, 2mila euro al mese per l’occupazione del suolo e 1.000 per l’allaccio idrico, oltre alle tasse per i rifiuti e per lo smaltimento dei liquami degli animali. Abbiamo inoltre 50 autotreni che hanno bisogno di manutenzione. Spese impossibili da sostenere così a lungo, e che ormai hanno ridotto tutti sul lastrico".

È ancora la voce disperata del titolare del circo a raccontare un’epopea dal finale incerto, a cui si aggiunge quella di Massimiliano Martini, addetto alla cura degli animali: «Gli aiuti, finora, ci sono arrivati dalla popolazione di Ascoli, dalla chiesa e dalla Caritas – dice – che ringraziamo di cuore. Purtroppo, dal Governo non ci arrivano segnali: nessuno ci regala una speranza e questi decreti che si intrecciano non fanno che creare confusione. Abbiamo scritto a tutti quanti, ma siamo stati dimenticati. Il complesso circense, in generale, lo è stato. Siamo tanti in tutta Italia e tutti stiamo soffrendo». Oltre ai 20 atleti, 40 impiegati per gli spettacoli e 40 dipendenti addetti alla manutenzione, il circo ‘Madagascar’ ospita 12 bambini, tutti iscritti regolarmente alle scuole locali.

Anche loro, come i genitori e tutti gli altri impiegati, devono mangiare, e presto non potranno più farlo. Alla fine, l’unica soluzione trovata da questi uomini nomadi, votati all’arte circense da generazioni, è stata quella di lanciare un nuovo appello, ma non prima di aver detto grazie: "Ringrazio Don Gianpiero della diocesi di Monticelli – dicono – e tutti gli ascolani, che nel loro piccolo ci aiutano, ma purtroppo non basta. Siamo già usciti da un tunnel buio. All’inizio, abbiamo potuto aprire con le limitazioni per un massimo 200 persone a spettacolo. Un complesso così grande, leader nel settore, non può sostentarsi con 200 ingressi, ma abbiamo voluto provarci lo stesso. Quindi ci hanno fatti prima indebitare e poi restare fermi. Il nostro sogno, adesso, è quello di poter fare uno spettacolo ad Ascoli, per poter ripartire da dove ci siamo fermati e ringraziare tutta la città. Nel frattempo, chiediamo a chiunque voglia aiutarci, di farlo con una donazione. È una richiesta che ci costa molto, ma che ci troviamo costretti a fare. Non abbiamo più speranze». L’Iban a cui inviare le donazioni è il seguente: IT62M0200841721000105715207.