Ascoli, coltellate a Cesaroni. Perizia decisiva

Indagato tunisino 36enne: comparazione del Dna per fare luce sul fatto

Alessandro Cesaroni

Alessandro Cesaroni

Ascoli, 21 aprile 2018 - Martedì prossimo il sostituto procuratore Mara Flaiani assegnerà al medico legale Adriano Tagliabracci l’incarico di effettuare un’importante perizia nell’ambito dell’inchiesta che vede un tunisino indagato di tentato omicidio per l’aggressione subita il 12 dicembre 2016 nei pressi del ponte di San Filippo da Alessandro Cesaroni, ex dirigente dell’Ascoli calcio. Indagato è un uomo di 36 anni accusato anche di stalking nei confronti di Cesaroni e che era finito in carcere per aggravamento della misura cautelare disposto dal giudice Giulana Filippello, ma che poi ha ottenuto gli arresti domiciliari un albergo cittadino visto che la sua abitazione è inagibile a causa del terremoto. Per questa vicenda Cesaroni ha ritirato la querela, per cui il giudice Bartoli ha emesso nei confronti del tunisino una sentenza di non luogo a procedere.

Cesaroni, all’altezza del ponte di San Filippo, venne aggredito alle spalle, preso a bastonate e botte e ferito con numerose coltellate; una lo raggiunse a un polmone e richiese un intervento chirurgico. Uno dei due aggressori potrebbe essere il tunisino. Per stabilirlo il magistrato ha disposto questo atto irripetibile. Al medico legale Tagliabracci verrà chiesto di comparare il dna di Cesaroni estrapolato da un campione di saliva con quello estratto da tracce di sangue che sono state trovate su abiti che sono stati sequestrati all’extracomunitario. Va da sé che se verrà dimostrato che il sangue sull’indumento dell’indagato è quello di Cesaroni, ciò lo colloca automaticamente sulla scena del crimine. Viceversa sarebbe poi complicato per l’accusa dimostrare che l’extracomunitario sia stato l’esecutore materiale dell’aggressione a colpi di coltello o anche il mandante della violenta ritorsione contro l’ex dirigente dell’Ascoli calcio. Il tunisino, difeso dall’avvocato Felice Franchi, è accusato di tentato omicidio in concorso con un’altra persona al momento non ancora identificata. Avrebbe avuto dissapori con Cesaroni, assistito dall’avvocato Umberto Gramenzi.