Combattiamo l’obesità, una malattia evitabile ma spesso trascurata

Fra tutte le malattie che influiscono sulle condizioni sanitarie del paese, l’obesità è forse la più trascurata e la meno osservata dai ricercatori, tuttavia essa è potenzialmente fra le più letali. Il peso corporeo eccessivo rende più vulnerabile una persona a malattie gravi quali il diabete, le cardiopatie, l’ipertensione e il tromboembolismo (ossia coaguli sanguigni che da determinati punti del corpo possono risalire ai polmoni con effetti letali). Quando il coagulo è stazionario entro la vena, è noto come “trombo” mentre quando inizia il suo mortale viaggio esso è denominato “embolo”, questo è infatti ciò che fa. Per calcolare il peso ideale o di riferimento (I.M.C) si procede nel seguente modo: peso (in kg): altezza (in m): altezza (in m). Normale: maschi 20-25; femmine 18,7-23,8; Sovrappeso: maschi: 25,1-30; femmine 23,9-28,6. Al di sopra di questi valori si è obesi. Le ansie, lo svolgersi eccessivamente rapido della vita quotidiana, sono tutti fattori che incoraggiano la sovralimentazione. Gli italiani comprendono istintivamente che il grasso eccedente, oltre ad essere antiestetico è anche nocivo per la salute e così spendono cifre notevoli ogni anno in una disperata battaglia contro il peso eccessivo. Chi tende all’obesità, in generale consuma in fretta il cibo, lo mastica sommariamente e i suoi gusti sono orientati verso alimenti che hanno molte calorie in poco volume, vedi i carboidrati. Per soggetti di questo tipo, una tale alimentazione è di più facile ingestione. I purè “istantanei”, oppure il pane bianco a mollica morbida, scivolano giù velocemente. Invece le carote crude, i cetrioli affettati, i finocchi, richiedono più tempo ed energia per essere masticati e ingoiati. Un pasto ricco di fibre è molto più voluminoso di uno che ne è povero. È difficile che una persona che mangi un bel piatto di lattuga, assieme a una porzione di polpettone possa sbrigarsela nello stesso tempo di un altro che mangi un piatto di spaghetti. La masticazione prolungata per gli alimenti ricchi di fibre, genera la produzione di maggiori quantità di succhi gastrici e induce il loro rigonfiamento. Questo fenomeno distende le pareti dello stomaco stesso e fornisce un’immediata e durevole sensazione di “sazietà”. L’importante quindi è mangiare lentamente, poiché le fibre ingerite dovranno avere il tempo necessario per assorbire i liquidi che entrano nel pasto quotidiano, aumentando notevolmente le deiezioni.