Consorzio vini Piceno, la polemica: "Quel guerriero è fuori luogo"

Velenosi contro la campagna del Consorzio: "Richiamo bellico, tempismo infelice". Il presidente Savini: "I nostri produttori sono guerrieri"

Il guerriero piceno che ha sollevato le polemiche

Il guerriero piceno che ha sollevato le polemiche

Ascoli Piceno, 14 aprile 2022 - Sta scatenando parecchie polemiche la campagna promozionale del Consorzio Vini Piceni al Vinitaly di Verona. E una cosa è certa. Se i soci del Consorzio volevano un’immagine d’impatto e per certi versi provocatoria e che facesse discutere, sono riusciti nel loro intento. Di certo la scelta di affidarsi ad un guerriero Piceno con tanto di elmo in testa e un bicchiere di vino in mano è stata abbastanza forte.

In un momento così terribile con la guerra a due passi dal nostro paese, qualcuno l’ha giudicata anche poco rispettosa del dolore che sta vivendo il popolo ucraino. "Prendo le distanze questa campagna di comunicazione – ha commentato l’ex presidente Angiolina Piotti Velenosi –. Non rappresenta la mia visione del territorio ed esprime una messaggio che ritengo scorretto. La figura centrale della campagna é un guerriero Piceno che regge un calice di vino. Lo sguardo da combattente, il petto nudo tatuato, i tralci di vite attorno al collo rendono questa figura assurda, inappropriata e slegata dal nostro contesto. Il richiamo bellico all’uomo forte ha un tempismo infelice, e non corrisponde alla natura cooperativa del Consorzio, né all’accoglienza per cui siamo famosi. Il secondo motivo per cui prendo le distanze è il bollino verde Etico Bio. Queste parole nel contesto inserito perdono di senso senza un legame con le pratiche dei produttori. Questo è offensivo per i consumatori attenti e per le aziende che si impegnano quotidianamente nel garantire un prodotto biologico o biodinamico. Condivido l’intento del Consorzio nel promuovere il territorio e l’autenticitá dei vini Piceni – conclde Angela Velenosi –. Sono convinta che questa campagna non rappresenti correttamente l’impegno del Consorzio, che in vent’anni ha costruito una comunità, più che un esercito. Continuo a riporre fiducia nel Consorzio dei Vini Piceni e nella sua capacità di rappresentare i propri consorziati".

E pensare che il Consorzio, attraverso le parole del presidente Giorgio Savini, aveva descritto così l’intento della campagna di promozione: "I nostri produttori – aveva detto – come i guerrieri piceni combattono ogni giorno contro nuovi problemi. Lo spirito che ci distingue è determinato a superare qualsiasi crisi, e lo facciamo ogni volta, nonostante la pandemia, i cambiamenti climatici, le vendemmie più magre, lo shock economico. L’immagine del guerriero Piceno racconta meglio di tutte la nostra propensione a stare in prima linea nella vigna per vincere le sfide più grandi. Oggi il consumatore è molto più attento e vuole conoscere l’universo di usi, costumi, simboli che lo portano alla scoperta di un vino. Noi su questo siamo in grado di fare la differenza".