Coronavirus Ascoli, negli ospedali tra eroi e furbetti

Boom di certicati: si è passati dalle 2.300 giornate di malattia di gennaio alle 3.390 delle prime due settimane di marzo. Milani: "Situazione disgustosa"

Migration

Ascoli, 3 aprile 2020 - A crescere, in questo momento di grande emergenza da nuovo Coronavirus, non sono solo i numeri dei positivi, dei ricoverati e dei decessi, ma anche quelli dei permessi e delle giornate di malattia prese dal personale dipendente, sanitario e non, dell’Area vasta 5. Se da una parte ci sono medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi, la maggior parte, che non hanno mai mollato da quando il Covid-19 ha iniziato a far paura davvero garantendo non solo la loro presenza, ma anche straordinari con turni interminabili in prima linea, dall’altra c’è un numero cospicuo di chi ha usufruito senza badare alla circostanza dei diritti che si hanno in quanto lavoratori dipendenti. Ebbene lo scenario è stato, in un momento in cui la forza lavoro è di primaria importanza, un sensibile incremento delle giornate di malattia. Nella ex Zona Territoriale 13, e dunque all’ospedale ‘Mazzoni’, si è passati dalle 2.300 giornate di malattia del mese di gennaio alle 3.390 delle due settimane di marzo che hanno segnato l’inizio dell’emergenza. Un aumento considerevole se si considera, innanzitutto che il confronto è tra trenta giorni e quattordici giorni, e che gennaio è solitamente il mese delle influenze e dei malanni di stagione. "Ho scritto una lettera a tutti i dipendenti – dice il direttore dell’Area vasta 5, Cesare Milani –, innanzitutto per ringraziarli per il lavoro che stanno svolgendo, ma anche per annunciare che avrei attenzionato tutte queste giornate di malattia prese un po’da tutte le categorie, dal personale medico agli amministrativi, anche se soprattutto da quest’ultimi. Da gennaio a marzo, solo nell’ex Zona territoriale 13 c’è stato un incremento di più di cento giornate di malattia che, moltiplicate per due considerando che c’è anche San Benedetto, lo ritengo abbastanza vergognoso. E’ una situazione veramente disgustosa in un momento così importante. Ma io credo che un po’ di responsabilità ce l’abbia anche chi le prescrive . Anche il lavoro agile da casa, che per carità la legge lo permette, aggrava la situazione perché non è facilmente controllabile". Intanto, sempre all’ospedale ‘Mazzoni’ che come noto è un no Covid, proprio per evitare che si inquini, stanno procedendo alacremente i lavori al Pronto soccorso per l’installazione della Tac da utilizzare per i casi sospetti di Sars-Cov-2 che in qualsiasi momento potrebbero presentarsi nella struttura ascolana. "Al massimo martedì – conclude Milani – i lavori di adeguamento dei locali adibiti per la Tac saranno terminati e la macchina potrà essere subito installata. Sarà importante per eseguire diagnosi precoci senza bisogno di mandare i pazienti in radiologia. Rimarrà a disposizione del Pronto soccorso".