Coronavirus Ascoli, vietato entrare e uscire dal Piceno

Territorio blindato anche da noi, ci si può muovere solo per esigenze lavorative e di salute, attraverso l’autocertificazione

I controlli alle stazioni ferroviarie (Foto Ansa)

I controlli alle stazioni ferroviarie (Foto Ansa)

Ascoli Piceno, 10 marzo 2020 - L’Italia si blinda per combattere il Coronavirus. Le misure che fino a ieri erano previste per la Lombardia e le quattordici province maggiormente coinvolte dai contagi da Coronavirus, da oggi riguardano tutta l’Italia e quindi anche il Piceno. Innanzitutto limitazioni agli spostamenti: saranno ammessi solo quelli motivati per esigenze lavorative e di salute, attraverso l’autocertificazione. In conferenza stampa, il premier Conte ha detto che non sono invece previste limitazioni dei trasporti pubblici.

Leggi anche Come capire se si è a rischio - Cosa cambia col decreto

Stop allo sport e a tutte le manifestazioni organizzate, agli eventi in luogo pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico (grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati). Ovviamente poi viene stabilito che chi ha sintomi da infezione respiratoria e una febbre oltre 37,5 gradi debba rimanere casa e limitare al massimo i contatti sociali, mentre per i soggetti in quarantena e quelli risultati positivi al virus è previsto un divieto assoluto di spostamento dalla propria abitazione.

Molto pesanti le limitazioni per i bar e le attività di ristorazione: potranno svolgere la loro attività dalle 6 alle 18, con i gestori che saranno obbligati a garantire il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro. In caso di inosservanza c’è la sospensione dell’attività. Per le altre attività che non siano bar e ristoranti, queste potranno restare aperte a patto che garantiscano un accesso tale da evitare assembramenti e comunque il rispetto della distanza di almeno un metro. Anche in questo caso, la violazione comporterà la sospensione dell’attività, mentre chi non potrà, per motivi strutturali o organizzativi, garantire il rispetto della distanza di sicurezza dovrà tenere la serranda abbassata.

Chiuse anche le medie e grandi strutture di vendita nei giorni festivi e prefestivi, come pure gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, va garantita la distanza di un metro e, se non sarà possibile, le strutture dovranno restare chiuse. Queste disposizioni non valgono per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, dove comunque il principio del metro di distanza dovrà comunque essere rispettato. Stop pure alle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (escluse le prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Chiusi i musei e gli altri luoghi della cultura . Inizia un mese difficile, la parola d’ordine è "resto a casa".

Coronavirus, i 10 comportamenti da seguire