CronacaCoronavirus Ascoli, nuovi casi. Gli ospedali tornano a essere off limits

Coronavirus Ascoli, nuovi casi. Gli ospedali tornano a essere off limits

Da pochi giorni il Mazzoni e il Madonna del Soccorso avevano adottato protocolli meno rigidi: ricomincia lo stop alle visite dei parenti, tamponi a tutti

La fila davanti al Cup dell’ospedale Mazzoni

La fila davanti al Cup dell’ospedale Mazzoni

Asxoli, 10 luglio 2020 - Ospedali del Piceno di nuovo ‘off limits’, da ieri, in seguito alle nuove positività al Sars-Cov-2 registrate nella provincia. Solo da pochi giorni, da quando ormai l’emergenza sanitaria sembrava aver allentato la presa sulle Marche e nell’ascolano, sia il ‘Mazzoni’ che il ‘Madonna del Soccorso’ erano tornati ad essere accessibili nel rispetto di protocolli meno rigidi. Un sollievo per tanti malati e per i familiari che, sebbene con ingressi scaglionati, potevano finalmente assistere nuovamente i propri cari ricoverati. Ma il ritorno del virus ha costretto la direzione dell’Area vasta 5, in virtù di una condizione che non è più di basso rischio, a disporre dei provvedimenti in emergenza.

Leggi anche Virus, positivi marito e moglie bengalesi Pertanto , fino a nuove indicazioni, e almeno per le prossime due settimane, cambiano le condizioni di accesso nei nosocomi. Tutti i pazienti che devono essere ricoverati in urgenza, oltre alla sierologia in urgenza, devono effettuare il tampone per la ricerca del virus Sars-Cov-2 ed essere trattenuti fino alla risposta nel reparto pre-Covid. Gli accompagnatori, che sono ammessi solo in casi eccezionali (per minori o portatori di handicap) valutati comunque dalla direzione delle unità operative di riferimento, sono altresì sottoposti a tampone. A tal proposito la direzione sanitaria annuncia come sarà disponibile al più presto un test rapido da effettuare nei due ospedali e con risposta in un’ora. E ancora, i pazienti che necessitano di un trattamento in urgenza, in attesa di risposta, vengono fatti sistemare in stanze singole con l’applicazione dell’isolamento a bolla, e il personale utilizzerà dispositivi di protezione individuale. Ad essere nuovamente sospese sono da ieri anche le visite ai degenti. Una disposizione, questa, che sebbene comprensibile da un punto di vista sanitario, a livello umano è difficilmente accettabile. Durante il lockdown ci sono state persone che sono morte da sole in ospedale, malati terminali e anziani che non hanno potuto contare sull’affetto, in un momento di sofferenza, dei propri cari. Sospesi sono anche gli incontri con gli informatori farmaceutici, così come il volontariato tranne che nei front-office oncologici dove, però, l’operatore deve essere sottoposto a tampone come i dipendenti. Disposizioni anche per i reparti dove non sarà possibile utilizzare letti bis se la distanza non è superiore a 1,5 metri. Infine, coloro che entrano in ospedale devono: essere sottoposti a misurazione delle temperatura corporea, compilare autodichiarazione sullo stato di salute, indossare la mascherina chirurgica, sanificare le mani all’ingresso e all’uscita e mantenere la distanza interpersonale almeno di un metro. Per il momento non vengono sospese le visite specialistiche e gli esami diagnostici in regime di priorità D e P.