Coronavirus Ascoli, a scuola senza tamponi? Studenti in sciopero

L’ufficio regionale: "Divieto di tornare solo per chi è in quarantena". Ma i ragazzi non ci stanno e allo Stabili-Trebbiani in 400 restano fuori

Banchi vuoti in classe

Banchi vuoti in classe

Ascoli Piceno, 21 ottobre 2020 - Tutti in classe, anche se si è in attesa di tampone. Stanno facendo discutere, e hanno già provocato uno sciopero, le disposizioni dell’ufficio scolastico regionale. Nella nota inviata ai dirigenti dal direttore generale Marco Ugo Filisetti si fa riferimento al divieto di tornare a scuola solo per gli studenti e per il personale in quarantena, mentre a chi in questi giorni ha aspettato invano di essere chiamato per il tampone non è pregiudicata la presenza. Un chiarimento che arriva proprio nei giorni in cui molte scuole del Piceno hanno optato per la didattica a distanza a seguito dei casi di Covid che hanno riguardato alcuni studenti. E, soprattutto, pochi giorni dopo il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri in cui si chiede di incrementare la didattica a distanza.

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Già ieri i ragazzi sono tornati in aula, ma in tanti hanno preferito restare a casa, come nel caso degli studenti del liceo Stabili-Trebbiani. OItre 400 alunni non si sono infatti presentati in classe. "Molti studenti – hanno fatto sapere Diego Pasquale Morone, rappresentante d’istituto, e Simone Gaspari, rappresentane della consulta provinciale – non si sentono assolutamente tutelati dal punto di vista sanitario visto che varie classi vedranno presenti alunni ed insegnanti in attesa del tampone. Riteniamo inutile risolvere il tutto con l’ obbligo di indossare la mascherina per tutto il tempo delle lezioni, e pensiamo che tale situazione, oltre a mettere a rischio la salute degli studenti, dei docenti e del personale Ata, possa mettere a rischio anche quella di molti loro familiari. Chiediamo quindi pubblicamente l’attivazione della didattica a distanza come da regolamento approvato in consiglio d’Istituto e di effettuarla sino a quando non ci saranno le condizioni di sicurezza per il giusto ritorno in classe di tutti. Chiediamo inoltre maggior trasparenza ed una migliore comunicazione con le Istituzioni scolastiche".  Lo sciopero dei ragazzi è iniziato ieri e durerà fino a sabato.

Ecco, invece, la posizione dell’ufficio regionale: "L’individuazione delle classi, degli studenti o del personale scolastico ai quali non è consentita la presenza presso la sede scolastica, in particolare per la loro messa in quarantena, e la determinazione della durata di questa spetta all’autorità sanitaria competente per territorio. Analogamente la sospensione dell’attività didattica in presenza o la chiusura delle sedi scolastiche è disposta dalle autorità a cui è attribuita istituzionalmente la competenza esclusiva in materia, ferma restando la gestione delle situazioni indifferibili e urgenti. Le comunicazioni riguardanti la messa in quarantena e la relativa durata della stessa possono inoltre essere effettuate via telefono, stante il sovraccarico lavorativo dei Dipartimenti di prevenzione, che comunque provvederanno alla successiva formalizzazione nel più breve tempo possibile".

Sono alcune delle conclusioni condivise nell’ultima riunione del tavolo regionale per la sicurezza a margine del quale è stato specificato, anche a seguito di un confronto diretto con l’Asur "che la richiesta del tampone, di per se stessa, non comporta limitazioni come per la persona posta in quarantena. Pertanto per il personale scolastico e gli studenti che non siano in quarantena, ma in attesa del tampone, non è pregiudicata la presenza a scuola. L’autorità sanitaria raccomanda tuttavia in questi casi l’uso rigoroso della mascherina da parte del soggetto interessato".

Insomma, il braccio di ferro sembra solo all’inizio: anche se in questo caso resta difficile dare torto ai ragazzi, troppo spesso ingiustamente accusati. La nuova ondata di Covid sta suggerendo la necessità di implementare la didattica a distanza negli istituti superiori: perché allora non muoversi per fornire strumenti adeguati a studenti e insegnanti invece di insisitere a tutti i costi con le lezioni in presenza in un territorio come il nostro colpito in maniera significativa dal virus nelle ultime settimane?