Covid, il primario: "Il vaccino è sicurissimo"

Ascoli, l'antidoto già somministrato a diversi direttori dell’Area Vasta. D’Emilio di Pneumologia: "Chi non l’ha ancora fatto era di turno, lo farà a breve"

Vittorio D’Emilio

Vittorio D’Emilio

Ascoli, 3 gennaio 2021 - Prime vaccinazioni anti Sars-Cov-2, nella giornata di ieri, anche all’ospedale ‘Mazzoni’. Nel nosocomio ascolano la somministrazione del vaccino agli operatori sanitari avviene negli ambulatori della piastra ambulatoriale, mentre al ‘Madonna del Soccorso’, dove sono state effettuate le primissime e dove si continuano a fare per il personale di San Benedetto, avviene nel Day surgery.

Ieri, all’ospedale di Ascoli hanno iniziato a vaccinarsi coloro, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici, che sono esposti quotidianamente a un più alto rischio biologico, e dunque gli operatori della pneumologia Covid, del Dipartimento di emergenza e accettazione (Pronto soccorso, rianimazione, centrale operativa 118) e del Dipartimento dei servizi come radiologi e tecnici.  

L’Area vasta 5 ha comunicato che complessivamente, nella giornata di ieri, se ne sarebbero vaccinati 120 e oggi lo stesso numero, tra il capoluogo e la riviera.

Tra i primi il direttore del Servizio igiene e sanità pubblica e del Dipartimento di prevenzione, Claudio Angelini, e ieri il direttore facente funzione del presidio ospedaliero unico, Giancarlo Viviani, e il direttore dell’unità operativa complessa di pneumologia (ora Covid), Vittorio D’Emilio.

Insieme a quest’ultimo, anche quasi tutto il personale del reparto si è vaccinato.

"Direi – dice D’Emilio – un buon 95% e chi ancora non l’ha fatto, perché magari era di turno, lo farà a breve. Personalmente mi sono vaccinato assolutamente coscientemente, mi sono documentato e non ho avuto nessun timore. Sinceramente ho molta più paura del Covid. E’ mia abitudine, anche ogni volta che devo prendere un farmaco, o che lo prescrivo a un paziente, leggere il lavoro fatto su ampia scala. Sul vaccino ho letto dati convincenti sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza".

Nessuno della pneumologia che ieri si è sottoposto alla vaccinazione ha manifestato reazioni allergiche. Nel reparto, che all’inizio di questa seconda ondata della pandemia è stato trasferito in ‘versione Covid’ nella palazzina del trasfusionale, ci sono al momento 9 pazienti positivi ricoverati, con la metà, dunque, dei posti letto disponibili occupati.

"Dopo un piccolo picco di ospedalizzazioni – spiega D’Emilio – registrato subito dopo Natale quando in due giorni ho ricoverato cinque persone, dal 31 dicembre non ho avuto più nessun ingresso". Tornando, comunque, alle vaccinazioni anti Covid-19, secondo il Piano strategico regionale, la campagna si articolerà in tre fasi. La prima, quella già iniziata, coinvolgerà gli operatori sanitari e sociosanitari, gli ospiti e il personale delle residenze per anziani, e gli ultra ottantenni.  

La seconda fase riguarderà le persone di età superiore a 60 anni, quelle di ogni età con ‘comorbilità’, gli insegnanti e il personale scolastico, ma anche i lavoratori dei servizi essenziali e dei settori a rischio come carceri e luoghi di comunità.

La terza e ultima fase sarà riservata alla popolazione rimanente.

Tutti gli stadi del Piano – fa sapere la Regione – saranno calibrati alle effettive necessità che si manifesteranno, come la quantità di vaccino disponibile, l’adesione delle categorie coinvolte, gli aspetti logistici legati alla catena del freddo per il trasporto e lo stoccaggio del vaccino Pfizer/Biontech.

Nella prima fase la somministrazione del vaccino avverrà direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani (con il coinvolgimento dei medici di medicina generale). Verranno attivati, oltre ai punti vaccinali ospedalieri pubblici e privati (per gli operatori), territoriali (per operatori extra ospedalieri) e in strutture residenziali (per dipendenti e ospiti), per la popolazione, nella terza fase, quelli già sperimentati durante lo screening.