Cristo di Michelangelo Ascoli sempre più vicino

Doveva approdare al Battistero a luglio, poi la frenata. E ora la Cassazione ha annullato la confisca

Il Cristo attribuito a Michelangelo, ora custodito nella Banca Centrale di San Marino

Il Cristo attribuito a Michelangelo, ora custodito nella Banca Centrale di San Marino

Ascoli Piceno, 4 dicembre 2019 - Non è ancora finita l’epopea della statuetta lignea di Michelangelo Buonarroti. La preziosissima opera, dopo tante peripezie, sarebbe dovuta arrivare in città a luglio. L’avvocato Francesco Ciabattoni, infatti, era riuscito a trovare un accordo per poterla collocare nel battistero di Ascoli, ma all’improvviso tutto è andato in fumo. Il motivo? Una nuova richiesta di confisca arrivata dal Gip di Rimini. Nei giorni scorsi, però, un nuovo colpo di scena ha cambiato le carte in tavola per l’ennesima volta, aprendo un nuovo spiraglio di luce sull’oscura vicenda.

La Cassazione – terza sezione penale – ha infatti annullato il provvedimento di confisca del bene che, lo ricordiamo, è stato attribuito al Buonarroti da Henrich Pfiffer, insegnante di storia dell’arte cristiana all’Università gregoriana di Roma. Attorno alla statuetta di 40 centimetri ruotano però tanti personaggi, che nel corso del tempo hanno contribuito a renderla protagonista di un vero e proprio romanzo noir. A trovarla fu il conte Giacomo Maria Ugolini, ambasciatore di San Marino in Egitto, che la ricevette in dono nel 1979 dal patriarca greco-melchita-cattolico di Beirut per farla restaurare in Italia. Alla sua morte, nel 2006, il conte decise di lasciare il bene in eredità ad Angelo Boccardelli, suo braccio destro. A un certo punto, però, Boccardelli venne arrestato per mandato della procura distrettuale antimafia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e a prenderne le difese in tribunale sarà proprio l’avvocato ascolano Francesco Ciabattoni.

La Fondazione del conte Ugolini, infatti, di cui Boccardelli si fece continuatore, risultava essere intestata a Cosimo di Virgilio, coinvolto negli affari della ‘ndrangheta. Il bene passò allora nelle mani di Giorgio Balestrieri, amico di Boccardelli e presidente del Rotary club di New York. Fu lui a nascondere la statuetta nella cassetta di sicurezza della Euro Commercial Bank di San Marino per salvarla dalle grinfie della mafia, e fu lui, tempo dopo, a dare la procura all’avvocato Ciabattoni per aprire la cassetta e riportare il capolavoro alla luce. Nel frattempo, infatti, anche Balestrieri era finito sotto inchiesta, insieme all’opera di Michelangelo, per la quale la procura di Torino e quella di San Marino aprirono un procedimento per riciclaggio. Il caso volle però che Boccardelli venisse assolto da ogni accusa nel 2015, anno in cui uscì di galera, potendo tornare, dopo molte difficoltà, in possesso del bene. E’ qui, però, che entra in scena Davide Ercolani, il sostituto procuratore di Rimini ha rivendicato il possesso statale del bene.

Nel corso dell’ultima udienza a Rimini, lo scorso 8 luglio, il Gip Benedetta Vitolo ha dunque disposto una nuova confisca del bene, di fronte alla quale l’avvocato Ciabattoni ha deciso di ricorrere alla Cassazione, che proprio ieri ha annullato il provvedimento. E adesso è proprio il legale ascolano a commentare l’ultima notizia: «Penso che questa volta siamo sulla strada giusta – ha detto – e non posso che esserne felice. Adesso sono il attesa di leggere la motivazione della Cassazione, che ha annullato il provvedimento, sì, ma con rinvio al tribunale di Rimini. Questa risposta è comunque già un motivo di grande felicità. Spero però che questo sia davvero l’ultimo atto, e che presto potremo accogliere il Cristo al battistero».