Da 33 anni senza grandi opere Serve una svolta

di Flavio

Nardini

Sono passati 33 anni dall’ultima grande opera realizzata nella nostra provincia. Era il 1989 e si guardava al futuro con ottimismo con l’inaugurazione della superstrada Ascoli-Mare. Da lì il tempo si è fermato, come ha denunciato il presidente di Confindustria, Simone Ferraioli, nel convegno andato in scena venerdì al PalaRiviera. "Senza collegamenti efficienti le multinazionali potrebbero decidere di andarsene" il suo grido di allarme. Come è molto più di una preoccupazione l’appello della Cna picena: "Per assicurare la dovuta stabilità a imprenditori e famiglie c’è bisogno di ulteriori misure e investimenti in chiave innovativa". Innovazione e ricerca sono i fattori decisivi per dare una spinta a un territorio lasciato colpevolmente indietro nonostante la quantità enorme di menti brillanti, visto il quarto posto nazionale della provincia per start up innovative. E allora qual è il problema? Perché non raccogliamo quanto seminiamo? Il tallone d’Achille pare essere sempre lo stesso, le continue divisioni che pesano come un macigno. Siamo piccoli e non giochiamo da squadra, difficile andare lontano. La Ferrovia dei Due Mari è stata per decenni usata come spot per campagne elettorali, salvo sparire dalle agende una volta passato il voto. Così come l’A14, dove si continua ad alzare la voce senza mai riuscire a farsi ascoltare. Avere sette parlamentari, lo abbiamo già detto altre volte, è un’occasione storica da sfruttare a pieno. Serve una grande opera come lo fu nel 1989 l’Ascoli-Mare e per arrivare al traguardo tutti gli attori coinvolti devono voler essere protagonisti in positivo. Bene la variante a Mozzano (la aspettavamo da troppo), ottimi i fondi raccolti dai vari bandi (anche se poi vanno spesi), ma è giunto il momento di provare a puntare a qualcosa di più. Altrimenti rischiamo di trovarci sempre più isolati e lontani in un mondo che corre veloce ed è già nel futuro.