"Da Ascoli a Fermo: stop ovunque"

Dalla prossima settimana rubinetti a secco di notte in entrambe le province

"Servono comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, ma abbiamo un grande bisogno di neve". Così Carlo Ianni, dirigente Area Gestione Acque della Ciip di Ascoli, che sottende ai lavori all’acquedotto e alle linee di distribuzione. Il quadro è critico, presto arriveranno altri provvedimenti di interruzione della distribuzione dell’acqua nelle ore notturne. "Entro una settimana le chiusure riguarderanno tutti i 59 comuni di Ascoli e Fermo serviti dalla Ciip. Fin qui si sono "salvate" le zone che fruiscono degli impianti di soccorso, ma – spiega Ianni – presto l’interruzione dell’erogazione di acqua dalle 22 alle 6 riguarderà anche queste, Ascoli compresa. Gli impianti di soccorso, in quanto tali, dovrebbero essere utilizzati saltuariamente, mentre invece abbiamo dovuto farvi ricorso molto; per cui anche qui il livello di acqua diminuisce, così come alle sorgenti, problema con cui dobbiamo fare i conti in maniera sempre più grave". La situazione preoccupa i vertici della Ciip e la parola d’ordine è "dosare la risorsa idrica". "Ancora i consumi sono molto alti e per due motivi: il primo è che sulla costa c’è ancora una presenza turistica, benché in fase calante; l’altro è che sono aumentati anche i consumi di acqua nelle zone interne. Adesso siamo in una fase di decrescita di consumi, ma purtroppo anche di decrescita delle sorgenti". Seve dunque un inverno con nevicate abbondanti. "Oltre che di tanta neve – aggiunge il dirigente della Ciip – abbiamo soprattutto bisogno che la neve resti a lungo. Studi recenti dimostrano infatti che, quando la neve si scioglie presto, le sorgenti si caricano poco. La pioggia non aiuta granché, nel senso che serve solo ad evitare comportamenti scorretti, come annaffiare con l’acqua potabile. C’è solo una sorgente che quando piove ha una risalita apprezzabile, ma è poca cosa rispetto al fabbisogno idrico che abbiamo". Il terremoto ha prodotto danni rilevanti. "La sorgente di Foce di Montemonaco prima del sisma aveva una portata di 400 litri al secondo e ora siamo lontani da questo dato. Abbiamo realizzato pozzi a Capodacqua da 80100 litri al secondo che ci aiutano. Purtroppo non c’è modo di riportare dalla nostra parte l’acqua che il sisma ha diretto verso l’Umbria. Nel medio termine – conclude Ianni – puntiamo allora a nuovi impianti di soccorso al lago di Gerosa e al fiume Tenna; potranno aiutarci, ma non prima di un anno e mezzo".

p. erc.