Dalla telefonata allo choc Trafitta con 35 coltellate

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Il 18 aprile del 2011 la telefonata di un uomo ai carabinieri denunciò la scomparsa di una donna a Colle San Marco. Al telefono era Salvatore Parolisi, istruttore del 235° Reggimento Piceno: disse che sua moglie Carmela, per tutti Melania, era scomparsa mentre era sul pianoro in sua compagnia e della loro figlioletta Vittoria. A colpire fu soprattutto una frase inquietante: "se la sono pigliata". Grazie ad una telefonata rimasta anonima Melania fu ritrovata due giorni dopo, il 20 aprile, al bosco delle casermette, a Ripe di Civitella, dove si svolgono le esercitazioni di tiro di soldati e soldatesse della caserma ascolana. Era seminuda, trafitta da 35 coltellate: era stata assassinata. Le indagini stabilirono che la famiglia Parolisi quel pomeriggio era uscita dall’abitazione a Folignano, ma che al pianoro di Colle San Marco non c’era mai stata. Le risultanze delle indagini della Procura di Ascoli prima e di quella di Teramo poi hanno portato ad imputare la responsabilità dell’omicidio al marito Salvatore, condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione che sta scontando nel carcere di Bollate, da dove ancora oggi continua a professarsi innocente. Parolisi è stato condannato in primo grado all’ergastolo, pena ridotta in Appello a 30 anni e infine la Cassazione l’ha definitivamente fissata a 20 anni, rimuovendo l’aggravante della crudeltà. Secondo quanto stabilito dalle indagini della magistratura, la chiave dell’orribile uxoricidio sta in quello che all’epoca gli investigatori definirono un "imbuto" dal quale Parolisi sarebbe stato inghiottito di fronte ad una scelta fondamentale: trascorrere in Campania con Melania e Vittoria le vacanze di Pasqua o andare a dichiararsi ufficialmente ad Ischia alla famiglia della sua amante, una soldatessa del 235° Reggimento Piceno alla quale aveva giurato amore eterno.