
La presentazione del progetto
L’idea alla base del progetto è semplice ma ambiziosa: utilizzare le acque reflue e i sottoprodotti dell’industria agroalimentare per coltivare alghe, trasformandole in fertilizzanti naturali o prodotti per il settore cosmetico. L’iniziativa, sviluppata dalla Promarche di San Benedetto insieme all’Università Politecnica delle Marche e all’Università degli Studi di Macerata, mira a costruire una filiera circolare capace di ridurre gli sprechi e valorizzare materiali di scarto. Se i risultati della ricerca saranno positivi, il progetto potrebbe avere rilievo internazionale, offrendo un modello replicabile in altri contesti produttivi.
Lo conferma la docente Alessandra Norici, responsabile del dottorato di ricerca attivato per studiare la crescita delle alghe e il loro utilizzo commerciale: "La biomassa che deriverà da questa operazione sarà ricca di macromolecole tutte da caratterizzare e valutare. Ci auguriamo che possa fungere da biostimolante per l’agricoltura, rendendola più resiliente ai cambiamenti climatici". Il dottorato, denominato ’Dottorato Innovativo a caratterizzazione industrialeì, prevede che un ricercatore trascorra sei mesi all’interno della Promarche per analizzare le acque reflue e i residui di produzione, verificando le condizioni ottimali per la crescita delle alghe. L’obiettivo è recuperare i nutrienti contenuti negli scarti agroalimentari e trasformarli in una biomassa algale sfruttabile commercialmente. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno delle istituzioni locali.
Domenico Pellei, assessore presente alla presentazione, ha evidenziato l’importanza del progetto per il territorio: "Dall’amministrazione comunale c’è tutto il supporto e l’incoraggiamento a questa iniziativa, che unisce sostenibilità ambientale ed economica. Un’azienda come Promarche rappresenta un valore per la città e per il territorio".
Per Promarche, che da anni investe in tecniche agronomiche sostenibili, questo progetto rappresenta un passo avanti nell’ottimizzazione delle risorse e nella riduzione dell’impatto ambientale. Oreste Aquilone, amministratore delegato, ha sottolineato il valore della collaborazione con il mondo della ricerca: "Siamo perfettamente consapevoli della validità delle intese con i partner scientifici del territorio per sviluppare sia Promarche che la filiera agroalimentare del Piceno". Se le sperimentazioni confermeranno le potenzialità delle alghe, questa iniziativa potrà aprire nuove prospettive per il settore agroalimentare.
Emidio Lattanzi