Dallo spaccio all’estorsione, una condanna

Nel mirino c’erano due albanesi accusati anche di tentativi di rapina. Per uno c’è la pena di sei mesi, mentre l’altro è stato assolto

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Di una complessa storia avvenuta a San Benedetto e riguardante ipotesi di spaccio di droga, tentativi di rapina, estorsione e di usura si è occupato il Collegio del tribunale di Ascoli davanti al quale sono comparsi due albanesi residenti in riviera, il 40enne Klodian Hymeti e il 39enne Gjon Krepi, entrambi difesi dall’avvocato Alessandro Angelozzi. Hymeti è stato condannato a sei mesi mentre il connazionale è stato assolto. Per entrambi la Procura aveva chiesto la condanna a quattro anni e mezzo di reclusione. Il collegio composto dai giudici Panichi, D’Ottavi e Proietti ha condannato Hymeti solo per la detenzione di sostanze stupefacenti, assolvendo lui e Krepi invece per le altre ipotesi di reato, lo spaccio e il tentativo di rapina, estorsione e usura. Una vicenda che risale alla primavera del 2018. I carabinieri del Comando provinciale di Ascoli intervennero a Monteprandone dove arrestarono i due albanesi residenti a San Benedetto, già conosciuti alle forze dell’ordine. L’accusa era quella di aver sottoposto a pressanti minacce un giovane tossicodipendente di Monsampolo e di aver portato a termine la loro richiesta estorsiva per una cessione di droga non pagata, intascando dalla vittima 200 euro. I militari dell’Arma li hanno bloccati e arrestati visto che, all’esito delle perquisizioni personali e domiciliari furono trovati in possesso di alcuni grammi di cocaina. I due furono all’epoca rinchiusi nel carcere di Marino del Tronto.

Il tossicodipendente, secondo la Procura, aveva maturato debiti per l’acquisto di droga, non pagata. A quel punto, a fronte di un debito di 525 euro che col calcolo degli interessi era salito a 1.500 euro, avrebbe ricevuto dai due albanesi richieste pressanti affinché cominciasse a pagare quanto dovuto, tanto più che se avesse ritardato a farlo gli interessi sarebbero ulteriormente lievitati. Il 16 maggio 2018 il ragazzo fu inseguito e picchiato da due soggetti che lo avrebbero anche minacciato di andare a prendere una pistola (mai effettivamente ritrovata a casa dei due imputati). I due albanesi lo minacciarono per farsi consegnare altri 1.000 euro ma a quel punto intervennero i carabinieri. A fronte di questo impianto accusatorio, l’istruttoria dibattimentale non ha portato però a dimostrare la loro colpevolezza in merito ai reati più gravi, i tentativi di rapina, estorsione e usura per i quali sono stati entrambi assolti.