Denominazioni comunali. Un viaggio attraverso il territorio fermano

Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato una proposta di legge per valorizzare le Denominazioni comunali e istituire un Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co. Il sud Marche è stato particolarmente attivo in questa storia, che ha origini lontane, e che ha portato alla scoperta di alcune De.Co. locali.

Meglio tardi che mai! È di queste ore l’approvazione a maggioranza da parte del Consiglio regionale delle Marche della proposta di legge per la valorizzazione delle Denominazioni comunali e l’istituzione del Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co. Firmatari sono stati i consiglieri Giacomo Rossi (Civici Marche), Carlo Ciccioli (FdI), Jessica Marcozzi e Gialuca Pasqui (FI), Renzo Marinelli (Lega), Dino Latini (Udc Popolari Marche – Liste civiche). Una storia che viene da lontano. E che ha visto il sud Marche particolarmente attivo. Vi proponiamo un cammino alla scoperta di alcune De.Co. Partiamo da Falerone che già da anni ha approvato la Denominazione Comunale per Lu serpe, dolce tipico natalizio tratto dalle ricette delle monache Clarisse. Ci spostiamo a Montegiorgio, dove la De.Co. ha consacrato Li caciunitti sempre presenti nelle diverse feste di paese. Raggiungiamo Lapedona dove da anni la De.Co. è stata collegata al vino cotto. A Sant’Elpidio a Mare la Denominazione valorizza gli asparagi. Porto San Giorgio può vantarsene per il tipico brodetto. Ma chi è all’origine delle De.Co. nella nostra area? Sicuramente il Club di Papillon guidato da Pio Mattioli che ne fece una proposta forte negli anni 2005-06. Proposta che veniva da più lontano. Addirittura da Luigi Veronelli, gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico. L’idea di Veronelli cadeva in un momento di disattenzioni culturali e politiche. La sua proposta più tardi veniva ereditata da Paolo Massobrio, giornalista e presidente del Club di Papillon. E da qui la diffusione anche nel FermanoAscolano. La battaglia per le De.Co. come "carta di identità dei territorio" è stata subito sposata dall’Associazione Cuochi della Provincia di Fermo, a quel tempo capitanata dallo chef Sandro Pazzaglia e portata avanti dalla rivista Il Gusto... della vita. Nel 2008, il sindaco di Fermo Di Ruscio organizzò un convegno sulle Denominazioni Comunali e la loro importanza per difendere e valorizzare i prodotti tipici dei territori. Anche Tipicità ebbe un occhio di riguardo per questa proposta identificativa. Negli ultimi anni è toccato al Laboratorio Piceno della Dieta mediterranea prenderne il testimone con una intensa campagna di sensibilizzazione. Una De.Co. è stata suggerita al comune di Fermo: quella sulla porchetta. Un cibo che ha una storia lunghissima nell’area fermana: già nel 1182 d.C. veniva offerta ai Consoli che portavano a Fermo il Palio per la Cavalcata dell’Assunta.

Adolfo Leoni