Deserta anche la terza asta per l’area di Brancadoro

È un copione già letto e riletto, quello affibbiato all’area Brancadoro, arrivata alla sua terza asta deserta mentre in regione e in comune si pensa di farci un ospedale. Il vasto appezzamento, nella convocazione di ieri pomeriggio al Tribunale di Ascoli Piceno, non è stato venduto, e pertanto la quarta asta è stata immediatamente convocata per giovedì 22 settembre. Insomma, se ne riparlerà dopo l’estate, e d’altronde l’alto prezzo della superficie ha reso quest’ennesimo esito piuttosto scontato. In autunno, la Brancadoro si svaluterà ulteriormente del 25% attestandosi, calcolatrice alla mano, ad un prezzo base di 2.884.800 euro e un’offerta minima di 2.163.600. Nel pomeriggio di ieri, invece, l’area partiva da un prezzo base pari a 3.846.400 e un’offerta minima di 2.884.800 euro. Un esito scontato, si diceva, e d’altronde non è solo il prezzo a scoraggiare i possibili compratori. Va infatti ricordato che i 19,74 ettari, una volta acquistati, non sarebbero pronti per costruirci alcunché per via della destinazione d’uso, o meglio le destinazioni attuali. Sul totale, oltre 17 ettari sono destinati ad ‘attrezzature sportive’, quasi un ettaro ad ‘attrezzature tecnico-distributive’ e il resto è suddiviso fra ‘zona di rispetto fluviale’, ‘parcheggi di quartiere’, ‘Protezione Civile e ordine pubblico’ e ‘viabilità’. Insomma, nella quasi totalità l’area Brancadoro è verde sportivo, e più di una volta alcuni imprenditori hanno avanzato l’idea di realizzarvi una ‘cittadella dello sport’. Ma anche in questo caso ci sarebbero dei problemi: a rigor di legge, infatti, su questa superficie non è possibile effettuare un intervento diretto a beneficio del privato. Per farlo, sarebbe necessaria un’apposita variante urbanistica. Tale norma è quanto divide, a conti fatti, il fare dal desiderare: a saperlo bene è Leonardo D’Isidori, titolare dell’omonima società, che in un recente confronto perlustrativo con alcuni referenti comunali è venuto a conoscenza di questi paletti. Morale della favola, la D’Isidori Nidis non è attualmente interessata ad acquistare l’area Brancadoro. Ultimamente invece la Brancadoro è diventata un’ipotesi di location per il futuro ospedale di San Benedetto. Anche in questo caso, comunque, l’area dovrebbe essere prima acquistata – non prima di settembre – poi modificata nella sua destinazione d’uso e infine indicata ufficialmente come area prescelta. Ma si tratta di un’ipotesi piuttosto scomoda per tutti. "Per il nuovo ospedale, già durante il mio mandato, abbiamo individuato delle aree di concerto con i quartieri – afferma l’ex sindaco Pasqualino Piunti – la Brancadoro dovrebbe fungere da extrema ratio se non dovessero andare bene le altre aree. Ma la cosa migliore sarebbe salvaguardare questo polmone verde, a prescindere da ciò che ci si farà".

Giuseppe Di Marco