Di Saverio è nell’elite dei chirurghi italiani

Il primario del Madonna del Soccorso premiato dall’Università di Stanford: "Un risultato di cui sono fiero, un’iniezione di entusiasmo"

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Avevamo avuto modo di evidenziare le doti professionali ed umane del primario di Chirurgia dell’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, il professor Salomone Di Saverio. Ora arriva anche la notizia che risulta tra i primi cinque chirurghi italiani nella classifica mondiale dei 200mila scienziati con livello più elevato di produttività scientifica. Sono dati elaborati dall’Università di Stanford in collaborazione con Elsevier. Di Saverio è, infatti, tra i pochi chirurghi italiani presenti nella particolare classifica e figura dietro Vincenzo Mazzaferro (Primario di Chirurgia Epatica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) e Claudio Bassi (Primario di Chirurgia del Pancreas a Verona). Nella classifica dei primi cinque vengono inseriti, nella categoria dei chirurghi italiani, anche Paolo Casale (urologo) e Pietro Gentili (chirurgo plastico). Si tratta di un importante riconoscimento per il chirurgo, che risiede a Colonnella e che dall’agosto 2021 dirige il reparto di Chirurgia dell’ospedale di San Benedetto.

Tra l’altro il primario, proprio nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo scientifico sull’americano Journal of Gastrointestinal Surgery relativo ad una nuova tecnica inventata dal medico franco spagnolo Santiago Azagra con il quale Di Saverio ha collaborato, essendo anche uno dei pochi ad aver messo in pratica quella tecnica in due interventi.

"E’ un risultato di cui sono davvero fiero – ha affermato il dottor Di Saverio – si tratta di una graduatoria che contiene tutti i ricercatori, nell’ambito scientifico, a livello mondiale e nella quale di chirurghi italiani non ce ne sono molti". Nella classifica stilata dall’Università di Stanford di rappresentanti del settore, per il nostro Paese, ve ne sono davvero pochi. I ’mostri sacri’ della medicina italiana, come il professor Riccardo Rosati e il professor Massimo Falconi del San Raffaele si trovano più indietro nella classifica. "Questo risultato è frutto dei miei primi anni da chirurgo trascorsi al Sant’Orsola con il professor Antonio Daniele Pinna e all’ospedale maggiore con il professor Elio Jovine – aggiunge il professor Di Saverio – Di certo questo risultato è un’iniezione di entusiasmo per me e per lo staff del reparto di San Benedetto, per potenziare il percorso di collaborazione con i centri di eccellenza per la formazione e l’aggiornamento sia mio che dei miei collaboratori. Un percorso che abbiamo portato avanti nell’ultimo anno e che ci ha visto stringere importanti rapporti di collaborazioni con centri come il Gemelli, il centro Humanitas di Milano o il San Raffaele. Mi riferisco principalmente alla chirurgia oncologica per i casi più complessi, non solo nelle neoplasie colon-rettali, ma anche in quelle epatobiliopancreatiche ed esofagogastriche. Credo che un ospedale pubblico deve essere in grado di rispondere e trattare anche questo genere di casi con una qualità che, secondo me, non dev’essere inferiore a quella che si trova nei centri d’eccellenza".

Marcello Iezzi