Differenziata, si pensa alla vasca zero e a Relluce

Questo l’orientamento della maggioranza: al momento il ‘secco’ viene portato a Fano mentre addirittura l’organico va fino in Romagna

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Conferire i rifiuti in vasca ‘zero’ piuttosto che a Relluce: è questo l’orientamento della maggioranza, che nel pomeriggio di venerdì scorso si è incontrata con i vertici di Picenambiente per capire come risolvere la gravosa questione dei rifiuti. L’obiettivo principale, comunque, resta quello di riportare i carichi in bacino, per evitare esborsi eccessivi che già colpiscono le casse pubbliche. L’idea, pertanto, è di portare l’indifferenziato nella vasca ‘zero’ dell’Alto Bretta e allo stesso tempo di conferire l’umido a Relluce. Entrambe le operazioni si rendono necessarie perché da una parte il ‘secco’ viene portato a Fano, mentre addirittura l’organico va in Romagna. Il problema ha assunto dimensioni tali da suggerire un intervento immediato: durante l’ultima commissione bilancio, Lanfranco Cameli, responsabile del servizio Aree Verdi del comune, ha parlato di un aggravio che si aggirerebbe attorno ai 100mila euro in più ogni mese. Perché la maggioranza preferisce l’Alto Bretta per l’indifferenziato? Il fatto è che Relluce già soffrirebbe di un forte carico ambientale, considerando la presenza della discarica, nonché il futuro utilizzo del biodigestore e del trattamento meccanico-biologico. Il biodigestore tornerà invece utile per il trattamento dell’umido, che come si diceva andrà, invece, a Relluce. Non si tratta di scelte facili da prendere, e andranno ulteriormente ponderate, considerando che potrebbero coinvolgere un arco temporale di 15 anni. Gli indirizzi, tuttavia, sono stati tracciati, e ora l’attesa è tutta per l’incontro di lunedì con l’Ata, in cui verrà dettato il cronoprogramma degli interventi in tema di conferimento. Per il momento, comunque, la situazione verrà tamponata grazie ad un’ordinanza regionale che permetterà nuovi sormonti nei siti individuati.

A San Benedetto, nel frattempo, l’amministrazione comunale punta a rilanciare raccolta differenziata, che in un anno è scesa dal 67% al 66%, con l’installazione in città di nuove isole ecologiche ‘smart’, ovvero con card identificativa valida per il riconoscimento e l’attivazione di eventuali premialità. Allo stesso tempo, in riviera aumenterà anche la raccolta porta a porta, che nelle prossime settimane sarà instaurata anche in viale De Gasperi, Ragnola e Porto d’Ascoli Centro. Lo spauracchio, comunque, resta il dato sulla produzione annuale di rifiuti, che a San Benedetto raggiunge le 33.363 tonnellate, per una media pro capite di 704 chilogrammi l’anno. Vale la pena ricordare che la media nazionale si attesta, in tal senso, a 540 chili.

Giuseppe Di Marco