Disastro ambientale e associazione a delinquere, si muove la difesa degli indagati da Ancona

Scelte diverse stanno caratterizzando le strategie difensive degli avvocati di tutti i soggetti indagati dalla Procura distrettuale antimafia di Ancona nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti gestiti dalla Geta nella discarica dell’Alto Bretta ad Ascoli. C’è già chi è stato negli uffici dorici per essere sentito o per depositare memorie e documenti. Ma c’è anche chi ha ritenuto inutile questa fase, soprattutto alla luce del fatto che Gubinelli sembra determinato ad andare fino in fondo, nonostante la sua inchiesta non abbia convinto del tutto un anno e mezzo fa sia il giudice delle indagini preliminari di Ancona che il tribunale del Riesame che hanno respinto in rapida successione la richiesta di misura cautelare per alcuni degli indagati. Per cui gli avvocati hanno deciso che giocheranno le loro carte difensive direttamente davanti al giudice delle udienze preliminari. Le ipotesi di reato che la Dda di Ancona contesta a vario titolo agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata a reati contro l’ambiente, disastro ambientale, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, accesso abusivo a banca dati delle forze di polizia, favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio. Fra gli indagati le posizioni più rilevanti sono quelle dei vertici della Geta, ma figurano anche politici ed esponenti delle forze di polizia che avrebbero rivelato segreti d’ufficio o fatto concessioni alla Geta in cambio di sponsorizzazioni o regalie. La raccolta di elementi d’inchiesta per la Procura distrettuale antimafia ha portato a galla il "Sistema Ascoli" ed è avvenuta essenzialmente con intercettazioni ambientali e telefoniche. L’indagine dei carabinieri è partita da segnalazioni di associazioni ambientaliste di Ascoli. Sono stati istituiti posti di osservazione per monitorare i movimenti e la gestione della discarica dell’Alto Bretta, con "accettazione di rifiuti apparentemente non corrispondenti con quanto dichiarato nei formulari".

Peppe Ercoli