
Il forno crematorio di San Benedetto
"Impossibile stabilire se la persona deceduta desiderasse essere cremata. Di certo i suoi genitori non volevano che ciò avvenisse". E’ più complesso di quanto sembrasse il caso della richiesta di cremazione finita al Consiglio di Stato. La vicenda va infatti oltre una disputa familiare ma ha origine da un tragico incidente stradale avvenuto nell’estate del 1967, nel quale perse la vita un giovane sambenedettese. A decenni di distanza è infatti arrivata la richiesta avanzata da un nipote del defunto di procedere alla cremazione e all’inserimento nel loculo anche di suo padre. Richiesta accompagnata da un documento firmato da due fratelli, uno dei quali, il padre appunto, per la cronaca, è deceduto il giorno successivo alla firma. Inizialmente, il Comune di San Benedetto aveva autorizzato l’operazione per poi fare marcia indietro. La sorella del defunto si è infatti opposta formalmente, presentando una lettera di diffida per impedire l’attuazione della cremazione dal momento che era impossibile sapere se il defunto, non avendo lasciato alcuna volontà scritta, volesse essere cremato. Inoltre c’è il particolare, non irrilevante, che i genitori di quel ragazzo, all’epoca del decesso, vollero per lui un loculo perpetuo. Così, dopo quella lettera e la decisione del comune di restituire il loculo al defunto, la vicenda ha iniziato a fare il giro dei tribunali.
Il nipote ha fatto ricorso al Tar ottenendo una sentenza favorevole. Il Comune ha così nuovamente autorizzato tutto. Ma la sorella del defunto non si è arresa ed ha a sua volta presentato un ricorso che però è stato respinto. Nonostante la bocciatura, la donna ha portato la questione dinanzi al Consiglio di Stato. E qui la musica sembrerebbe essere cambiata. I giudici hanno accolto la sua richiesta di sospensiva e il caso sarà discusso nel merito a giugno mentre un’altra sospensiva è stata già concessa anche dal Tribunale di Ascoli. L’avvocato Matteo Annunziata, legale della donna, spiega che il problema sta nel fatto che la possibilità di procedere alla cremazione di una salma con una decisione presa dalla maggioranza dei congiunti appartiene a leggi e regolamenti varati diversi anni dopo il decesso dell’uomo. Inoltre, i suoi parenti più prossimi al momento della morte, vale a dire i suoi genitori, avevano disposto un loculo perpetuo per il loro giovane figlio, elemento fondamentale per poter affermare che non c’era alcuna volontà di cremarlo. La vicenda potrebbe insomma diventare un importante precedente giuridico.
Emidio Lattanzi