Dragaggio del porto di San Benedetto, il Pd sambenedettese chiede che i fondi rimasti inutilizzati vengano usati per programmi annuali di pulizia dei fondali. Ad avanzare la proposta, a pochi giorni dal ‘varo’ dell’opera di dragaggio presentata in Capitaneria di Porto da autorità militari e civili, è la sezione rivierasca dei democrat, che coglie l’occasione per attaccare l’amministrazione regionale sulle tempistiche per l’operazione. "Degli 1,8 milioni intercettati dal centrosinistra – affermano i segretari di circolo Pier Giorgio Giorgi ed Elio Costantini – solo 1.173.000 euro verranno spesi per il dragaggio. Che fine faranno i restanti 600mila euro? Chiediamo che vengano spesi per il nostro porto. Come ci segnalano i nostri esperti, ad esempio, si potrebbero prevedere interventi programmati annuali del costo di 150mila euro, sufficiente per dragare periodicamente circa 150mila metri cubi di sabbia al fine di evitare futuri insabbiamenti dell’imboccatura e pericolosi incidenti. In ogni caso per l’infrastruttura sambenedettese va trovata una soluzione definitiva".
Per i dem, inoltre, l’amministrazione regionale guidata da Francesco Acquaroli si sarebbe mossa con ritardo. "Al termine del 2017 – ricordano Giorgi e Costantini – grazie al lavoro svolto in sinergia tra l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo Giampieri, la giunta Ceriscioli e i rappresentanti in regione del Pd Piceno, vengono reperiti 1,8 milioni provenienti dal fondo di perequazione Iva dell’Autorità di Sistema, da destinare al dragaggio del porto di San Benedetto che necessita di un intervento a causa dell’insabbiamento dell’imboccatura. L’ultimo era stato effettuato nel 2008 quando era sindaco Giovanni Gaspari". Dopo uno stallo, dovuto in parte alla pandemia, l’iter riprende all’inizio del 2022, ovvero all’insediamento di Vincenzo Garofalo al vertice dell’Autorità Portuale: "C’è chi a fine ottobre 2022 la spara grossa – proseguono i segretari - e garantisce l’inizio dei lavori per la fine di novembre e chi, con maggiore prudenza e usando il condizionale, a dicembre indica come data marzo 2023. Tra un rinvio e l’altro si arriva a settembre 2023. La durata del dragaggio è di almeno quattro mesi e mezzo per cui se tutto andrà bene l’imboccatura del porto verrà messa in sicurezza a gennaio 2024. I toni trionfalistici sono fuori luogo quando si tratta di garantire un diritto sacrosanto dei lavoratori, quello alla sicurezza sul lavoro. Questo, infatti, un dovere".
Giuseppe Di Marco