E ora che succede? Gli scenari

Le cordate interessate sono quattro. Ma il tempo stringe: c’è da correre

Migration

Adesso, sono due i terrori del popolo rossoblù. Il primo ha a che fare con una figura femminile leggendaria: la sora Camilla. Il secondo, è meno popolare, del pari mistico e concreto: il tempo. Partiamo dal detto "La sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno la piglia" (deriverebbe da Camilla Peretti, nobildonna ascolana, sorella del grottammarese Papa Sisto V, nata nel 1519). Attorno alla Samb, infatti, gravitano varie cordate interessate, che avrebbero già contattato i curatori fallimentari. Una, nota e dichiarata, fa capo a Gianni Moneti, ex patron della Samb, che ha tirato dentro nel suo progetto l’imprenditore campano Antonio De Sarlo e un altro paio di soggetti. Un’altra vede Kim in pista, magari affiancato da altri soggetti ma disposto comunque a concorrere, anche da solo. Poi ci sarebbe una cordata romana e un’altra legata al duo Caiata-Colantoni. Ad oggi, le più forti sembrerebbero le prime due, mentre a San Benedetto qualcosa si muove.

Si prova a creare un consorzio ma per adesso gli imprenditori locali sembrano più orientati alla possibilità di acquistare la Samb qualora non si arrivasse alla vendita del club all’asta (possibilità che ci sarebbe se nessuno si presentasse). In questo caso, sarebbero pronti a ripartire dalla D. Qualche nome circola già ma è prematuro parlarne e gli interessati, come di norma, smentiscono (è il caso di Bartolomei, ex vicepresidente rossoblù). Dunque, c’è una pletora di interessati, ma per i fatti si deve attendere un po’ e soprattutto si deve capire quanto costerà la Sambenedettese tra debiti e titolo sportivo. Nei prossimi giorni i curatori e il perito valuteranno il club, e una volta fissata la cifra si potrebbe procedere con più certezze. A quel punto e sulla base delle indiscrezioni emerse finora, coloro che potrebbero avanzare un’offerta irrevocabile cauzionata sembrano essere Moneti-De Sarlo e Kim.

L’altro Baubau, invece, è rappresentato dal tempo. In meno di un mese, infatti, si dovrà fare tutto: perizia, pubblicazione del bando, asta (si considerino almeno due giorni, anche se consecutivi), aggiudicazione definitiva e atto dal notaio. Secondo l’avvocato Michele Cozzone, esperto di diritto sportivo, è l’acquisto dal Tribunale di Ascoli che richiederà più tempo, mentre conforta l’esperienza dei curatori fallimentari (Zazzetta, ad esempio, ha giù ricoperto questo ruolo in altri casi). Subito dopo aver fatto l’atto, la nuova società (che deve essere stata formata per tempo e avere sede a San Benedetto) dovrà relazionarsi con la Federazione e richiedere l’affiliazione. Dead line: il 10 giugno.