Ascoli, eccidi nazisti. Scatta l'operazione indennizzi

Terzo Reich, beni confiscati per i risarcimenti. Provvedimento esecutivo per la strage di Sulmona alla Germania, sperano i parenti delle vittime picene

Lucio e Andrea Olivieri  dello studio legale di Grottammare

Lucio e Andrea Olivieri dello studio legale di Grottammare

Ascoli Piceno, 13 novembre 2019 - Dopo l’ipoteca dei beni della Germania sul territorio italiano per risarcire i familiari delle vittime dei crimini di guerra compiuti dalle truppe del Terzo Reich, si apre una prateria anche per gli altri provvedimenti di condanna sentenziati nei tribunali di Ascoli e Fermo. La notizia di oggi è che alla Germania sono stati ipotecati terreni per un valore di 1 milione e 700 mila euro in provincia di Como, a favore del comune di Roccaraso per la strage di Pietransieri in comune di Roccaraso.

Il provvedimento è stato firmato dal giudice del tribunale di Sulmona, Giovanna Bilò. Un successo su tutti i fronti quello conseguito dagli avvocati dello studio Lucio Oliveri, di Grottammare, con il figlio Andrea ed i suoi collaboratori: Monica Oddis, Claudia Di Padova e Samanta Le Donne. Ora, per risarcire i familiari degli eccidi di Massignano, Pozza, Castignano e San Benedetto, sono pronte analoghe azioni su altri beni della Germania.

«Stiamo predisponendo gli atti di esecuzione forzata su singole proprietà della Germania a Roma e al Ministero delle Finanze – afferma l’avvocato Lucio Olivieri - Ciò che più indigna nella vicenda è che, in tanti anni e pur dopo il netto accertamento delle responsabilità della Germania nei diversi tribunali: Ascoli, Fermo, Roccaraso, Pesaro, lo Stato tedesco, a mezzo dei suoi diplomatici, non abbia sentito il dovere di chiedere il perdono alle comunità colpire, né di compiere alcun gesto verso i sopravvissuti per i quali forse ciò sarebbe valso più di un risarcimento – la conclusione dell’avvocato Lucio Olivieri – Un gelido silenzio che ricorda molto quello del novembre ’43, dopo gli spari».

I legali s’interrogano poi sul perché lo Stato italiano davanti i vari Tribunali si sia schierato, a mezzo del Ministero degli Affari Esteri, a fianco della Germania per sostenerne le ragioni contro quelle delle vittime delle stragi naziste che secondo una stima aggiornata sono quasi 25.000 e interessano tutte le Regioni. E’ mancata completamente la solidarietà e la partecipazione dello Stato che a parole nelle varie celebrazioni condanna le stragi ma nei fatti, a quanto pare, si contrappone ai giusti risarcimenti. La prima sentenza, storica, fu proprio del Tribunale di Ascoli, emessa dal giudice Enza Foti nei primi giorni di marzo del 2016.

Condannò la Germania al pagamento di 676 mila euro. Il giudice Enza Foti sentenziò che l’Italia ha la giurisdizione nei confronti della Germania in merito ai risarcimenti dei danni derivanti da crimini di guerra ed ha richiamato, in materia, la fondamentale sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 2014. Ha poi stabilito la responsabilità della Germania per il comportamento criminoso tenuto dalle truppe del Terzo Reich durante il Secondo conflitto Mondiale e l’inapplicabilità del trattato di pace del 1947 e del trattato di Bon del 1961, che stabilì il pagamento di 40 milioni di Marchi come risarcimento all’Italia, accordo che però non riguardava il risarcimento dei danni morali.

Stabilì anche l’imprescrittibilità dei risarcimenti che derivano da crimini di guerra e contro l’umanità. In quell’occasione riconobbe il diritto ai risarcimenti dei danni morali a favore dei parenti prossimi a quattro vittime, di San Benedetto e località limitrofe, per un totale di 676 mila euro. Una sentenza storica che ha fatto giurisprudenza a livello Nazionale, poiché da lì in poi gli avvocati Lucio e Andrea Olivieri hanno avuto la strada spianata in tutti i successivi processi. Le sentenze di condanna contro la Germania sono continuate a fioccare anche l’anno scorso. Nel tribunale di Ascoli, ancora il giudice Enza Foti, condannò ancora una volta la Germania a risarcire i soldati deportati: Nerino Ciarrocchi di Cupra Marittima, Giuseppe Tarullo di San Benedetto, che morì durante la prigionia nel campo di concentramento di Mauthausen in Austria e Attilio Caponi di Ascoli Piceno. Anche in Abruzzo e nel Molise ci sono stati e sono ancora in corso altri procedimenti, tutti con l’intento di ottenere la condanna e il risarcimento danni dalla Germania. Ora che la pentola è stata scoperchiata si attendono sviluppi di rilevante interesse.