Ecco Italia Viva e Azione: "Servono le competenze"

I candidati del Piceno del terzo polo puntano alla doppia cifra: "La nostra regione invecchia, si impoverisce e soprattutto si spopola"

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Obiettivo doppia cifra. Che potrebbe voler dire anche riuscire a piazzare un parlamentare piceno, magari alla Camera con il proporzionale. Impresa difficile, non impossibile se si considerano alcuni sondaggi che danno la coalizione di Renzi e Calenda al 7 percento. I candidati piceni del cosiddetto terzo polo, vale a dire Azione e Italia viva, vogliono fare della concretezza e del buon governo il punto di forza in campagna elettorale, per intercettare quel "40% tra chi è indeciso e chi non vuole andare a votare" dicono. "Basta slogan, in politica servono persone serie, che abbiano competenze. Abbiamo selezionato i nostri candidati tenendo conto di quello che gli antichi Romani chiamavano cursus honorum", dice Fabio Urbinati in corsa per il Senato.

A fare gli onori di casa nella sede di via Angelini è il coordinatore comunale di Azione, Fernando Manes: "Vogliamo proseguire con l’agenda Draghi. Non dobbiamo credere a improbabili sogni ma ad azione concrete. Ci rivolgiamo a chi è deluso e non vuole andare a votare: in noi troverà l’alternativa a populisti e sovranisti, per un paese normale, europeo, moderno". La prima a prendere la parola è Maria Stella Origlia, in corsa per la Camera. "In questo momento l’ Italia ha bisogno di gente che abbia una chiara idea di governo – spiega –. Calenda è stato un ottimo ministro dello sviluppo, Renzi sappiamo quanto abbia fatto con norme di buon governo, come il family act". L’altra donna della squadra, Maria Rita Morganti, è in lizza per la Camera dietro a Tommaso Fagioli, impegnato in altre sedi regionali. "C’è necessità di trovare soluzioni concrete e uscire dalla logica del populismo – afferma –: quando ci sono problemi complessi servono soluzioni complesse e persone capaci. Sanità e istruzione sono per me punti chiave del programma". Di nuovo Urbinati: "Se la Meloni e Salvini hanno lanciato il modello Marche, ci dovranno spiegare perché, a metà legislatura, quattro assessori regionali su sei fuggono verso Roma. E’ una cosa mai successa prima. Inoltre, i parlamentari uscenti che si ricandidano ci devono spiegare cosa hanno fatto per il Piceno, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale. Rischiamo che i fondi del Pnrr vadano tutti sulla dorsale tirrenica".

E’ poi il turno di Alessandro Bargoni, consigliere comunale fermano candidato per il Senato: "La nostra regione invecchia, si impoverisce e soprattutto si spopola. I nostri avversari candidano persone da altre parti d’Italia perché pensano di fare sacco della nostra regione. Non dobbiamo credere alla storiella che se regione e governo hanno gli stessi colori si avranno dei vantaggi, non è mai stato così".

Infine Fabio D’Erasmo, in corsa alla Camera: "Chi vota noi vota Draghi come modello, sceglie di portare avanti il Pnrr che invece la Meloni vuole rinegoziare, e sarebbe un grande errore. Vogliamo passare da una logica di sussidio a una logica di promozione e incentivo, con la detrazione del 19% che diventi un contributo che lo Stato si impegna a reimmettere periodicamente nel conto corrente dei cittadini. La politica è una cosa seria, servono competenze e noi le abbiamo".

Domenico Cantalamessa