All’ospedale ‘Mazzoni’ è stato effettuato, su un paziente ascolano affetto da linfoma, il primo trattamento con la terapia cellulare Car-T. Un trattamento complesso e costoso (205mila euro) che fa dell’unità operativa complessa di ematologia dell’Ast di Ascoli diretta da Piero Galieni il secondo Centro delle Marche, accreditato dalla Regione dopo quello di Ancona, dove si esegue questo tipo di terapia all’avanguardia nella cura delle neoplasie del sangue.
"Ciò porta la sanità picena – dice il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini – ad elevatissimi livelli qualitativi. Si tratta di una terapia innovativa che Ascoli è il secondo Centro delle Marche che può somministrare. Arrivare ad avere l’autorizzazione è un percorso lungo che ha visto la nostra Ast percorrere per avere il riconoscimento. Poi, però, c’è tutto un lavoro interno all’azienda per renderlo possibile, e noi lo abbiamo fatto. E abbiamo avuto il primo paziente".
Quest’ultimo, le cui condizioni cliniche erano tali da poter beneficiare della terapia con cellule Car-T, ha ben tollerato la somministrazione, non ha manifestato complicanze ed è stato dimesso dopo 20 giorni di ricovero. Il trattamento è stato eseguito da un team multidisciplinare formato da ematologi, rianimatori, neurologi, trasfusionisti, cardiologi, farmacisti e fondamentale è stata l’assistenza infermieristica che viene assicurata da personale formato. La terapia con cellule Car-T è un trattamento per le neoplasie ematologiche che prevede il prelievo di sangue del paziente, e che tratta i linfociti T prelevati in modo che vadano a colpire e distruggere le cellule tumorali del malato stesso.
"E’ una tecnologia – spiega Galieni – che prevede che i linfociti del paziente vengano prelevati mediante aferesi dal centro trasfusionale e inviati a un laboratorio specializzato di una ditta farmaceutica, dove vengono ingegnerizzati per potersi legare mediante specifici recettori (Car) a strutture presenti sulle cellule tumorali (antigeni) e distruggerle. Prima di restituire queste cellule per essere infuse al paziente, le cellule Car vengono moltiplicate in laboratorio per ottenere milioni di cellule modificate. Questa terapia – conclude – può essere utilizzata su un numero limitato di pazienti affetti da neoplasie dell’apparato linfatico, linfomi, leucemia acuta linfoide, che hanno una ripresa di malattia a breve distanza dopo l’assunzione di terapie convenzionali o, addirittura, sono insensibili alle terapie classiche".
Lorenza Cappelli