Falsi Green pass Ascoli, farmacista ai domiciliari. I tamponi anche in modalità drive in

Due ore e mezza di colloquio con il giudice per il farmacista di Appignano arrestato, Alberto Angelini. Per la difesa le immagini delle telecamere non sarebbero chiare a causa degli assembramenti davanti al locale

Carabinieri al lavoro

Carabinieri al lavoro

Ascoli, 7 maggio 2022 - È durato due ore e mezza l’interrogatorio di garanzia al quale è stato sottoposto ieri mattina Alberto Angelini, il farmacista di Appignano arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Ascoli riguardante i green pass e i tamponi antigenici.

Difeso dall’avvocato Alessandro Angelozzi, il dottor Albertini ha ripercorso punto su punto tutte le contestazioni che la magistratura gli muove e che hanno spinto il giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti a porlo ai domiciliari. Al termine dell’interrogatorio l’avvocato Angelozzi ha chiesto la revoca del provvedimento o quantomeno un affievolimento; richiesta sulla quale il gip Giusti si è riservato di decidere entro cinque giorni, sentito il parere della Procura, obbligatorio ma non vincolante.

Il farmacista 31enne è parso piuttosto provato dai sette giorni trascorsi agli arresti domiciliari e per il clamore che la vicenda ha suscitato intorno al suo nome. "E’ stato reso un interrogatorio molto dettagliato davanti al giudice Giusti. Angelini è un professionista che mai si è trovato in stato di arresto. Nonostante l’emozione che ha provato – ha riferito al termine l’avvocato Angelozzi – ha dato contezza dello svolgimento modale di tutti i fatti contestati, rappresentando con dovizia di particolari e senza soluzione di continuità tutti i vari passaggi".

Il farmacista ha risposto alle domande e alle contestazioni del giudice e si è parlato del fatto che gli assembramenti davanti alla farmacia ad Appignano avrebbero "impedito alle telecamere piazzate dai carabinieri di riprendere bene tutto".

I tamponi venivano effettuati anche in modalità "drive in". "Sono stati fatti nella parte posteriore della farmacia, visto che c’è una seconda uscita dell’immobile, mentre le telecamere stavano solo davanti l’ingresso principale" spiega Angelozzi che ha prodotto anche documentazione. "Si tratta di documenti riguardanti la sintomatologia dei pazienti e quindi la conferma della sussistenza o meno della positività o della negatività al Covid del soggetto che si era sottoposto al tampone antigenico e che spiegano chiaramente la sua condotta".

Buona parte dell’inchiesta della magistratura è basato anche su intercettazioni telefoniche. "Su questo punto – aggiunge il difensore di Angelini – il mio assistito ha spiegato il contenuto di tutte quante le telefonate. In definitiva abbiamo chiarito tutta la situazione e siamo fiduciosi che il giudice vorrà accogliere la richiesta di affievolimento della misura cautelare, meglio ancora la revoca".

L’innocenza è del resto quella in cui spera Federfarma Marche, che l’altro giorno, quando la notizia dell’arresto di Angelini era appena uscita, aveva commentato in maniera molto dura l’accaduto: "Se colpevole, va condannato in maniera esemplare. Un fatto molto grave – aveva detto il vice presidente Marco Meconi, farmacista di Altidona – perché infanga la categoria dei farmacisti, che invece si impegna in maniera egregia a servizio della popolazione per supportare il sistema sanitario regionale nel momento di grave emergenza, dimostrando spirito di servizio e capacità di fornire risposte concrete".

Il presidente di Federfarma Marche era andato anche oltre: "Se le accuse che vengono contestate al collega risulteranno fondate, nostro auspicio è sollecitare una condanna che sia di esempio, nella certezza che siamo di fronte ad un caso isolato che non può assolutamente infangare l’intera categoria".