Fede e tormento in mostra Svelata l’arte di Corrina

Nelle Piccole cisterne il critico Nunzio Giustozzi ha allestito un’esposizione che celebra e fa scoprire lo straordinario artista fermano di adozione

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di Angelica Malvatani

Era un artista Costanzo Corrina sempre in cerca di nuove espressioni, a caccia di emozioni, delle figure che sanno parlare nella loro immobilità. Per la prima volta le opere escono dal suo studio, se n’è andato esattamente dieci anni fa e i figli Simone e Matteo hanno tenuto tutto come voleva lui. Ci voleva il critico d’arte Nunzio Giustozzi ad allestire una mostra nella cornice ideale delle Piccole cisterne, ci sono le sue opere che parlano di fede e del tormento di chi crede e cerca risposte, ci sono i miti e il percorso alla scoperta della modernità, piegando il materiale a dire quello che voleva l’autore. La mostra ‘Costanzo Corrina. Una malinconica bellezza’ celebra e fa scoprire uno straordinario artista, pesarese d’origine ma fermano d’adozione, Costanzo Corrina (Pesaro 1936 - Fermo 2012), noto finora soprattutto per i suoi presepi e per le opere presenti in molte chiese, cimiteri e altri luoghi pubblici delle Marche e in numerose collezioni private. Il figlio Matteo è emozionato: "Oggi mi pare di riscoprire mio padre, la sua arte, la storia. Forse solo oggi, solo grazie a questo speciale allestimento anche noi della famiglia riusciamo a capirne in pieno il valore". Amato docente dell’istituto d’arte, oggi liceo artistico, Corrina ha lavorato con i più grandi artisti, da Pende a Fornarola, ha cresciuto generazioni di studenti e oggi è la sua scuola a prendersi cura di questa mostra, sostenuta anche dalla Fondazione Carifermo e dall’assessorato alla cultura del Comune. Spiega Giustozzi: "Fu proprio l’architetto Umberto Preziotti nel 1961 a chiamare Costanzo Corrina a insegnare nella sezione Ceramica, lui che era stato discepolo al Mengaroni di Pesaro di Giuliano Vangi e Loreno Squanci e nel frattempo si era abilitato a Firenze. In un fascinoso dialogo con gli ambienti antichi sono esposte più di 50 sculture mai viste, sacre e profane, provenienti in gran parte dalle collezioni degli eredi Matteo e Simone ma anche dal liceo artistico, a disegnare la sua lunga e coerente parabola creativa, connotata da uno stile originale, pur memore di una vasta cultura visiva, di una struggente, malinconica". Icona dell’esposizione l’immagine icastica del San Francesco del 1982 che riassume emblematicamente molti dei motivi dell’arte di Costanzo Corrina: la centralità del corpo umano. In mostra anche un breve documentario sull’artista, realizzato con gli studenti del Liceo Artistico ‘Preziotti’ di Fermo, che ha il merito di svelarci l’atmosfera della creazione nell’ancora intatto atelier. Oggi alle 18 l’inaugurazione, la mostra resterà aperta fino al 31 luglio 2022 tutti i giorni, dalle 16 alle 20, il giovedì anche dalle 21alle 24. Ingresso libero.