Fermo e la nuova organizzazione scolastica

di Giovanni Martinelli

Il 22 settembre 1860 la giunta provvisoria di Fermo (Domenico Monti, Camillo Silvestri, Eugenio Cappelletti, Emerico Morichelli, Paolo Paleotti Guerrieri) annunciava, “considerando essere indegno di un popolo civile che intende rigenerarsi, di tollerare che la Pubblica Istruzione, la quale svolger deve i sensi del più caldo patriottismo e formare Cittadini probi e non ipocriti, resti più a lungo in mano di una Casta apertamente nemica della libertà e dell’Italia”, la soppressione del collegio dei Gesuiti.

Fu un atto importante a ulteriore dimostrazione che il nuovo stato voleva cancellare ogni traccia del passato regime, soprattutto nella formazione delle nuove generazioni. I beni, compresi quello del Collegio Marziale (che sarebbe stato sostituito dal Convitto nazionale) venivano incamerati dallo stato, e si annunciava che l’amministrazione comunale avrebbe provveduto “perché alla riapertura degli Studi la Fermana Gioventù s’abbia precettori capaci di rispondere all’altezza della loro missione ed alle cambiate sorti d’Italia”.

Il successivo 12 ottobre la Deputazione degli studi (Cesare Trevisani, Pietro Petrocchi, Cesare Scoccia) nel sottolineare che “l’istruzione è un diritto assoluto per le famiglie”, annunciava l’imminente riapertura delle scuole, elencando le materie d’insegnamento e invitando a presentare le candidature. I deputati informavano anche di aver subito richiesto al regio commissario provinciale Salvoni (nell’immagine al fianco al titolo) l’istituzione del liceo e di prendere in considerazione “lo stabilimento degli Studi universitari, delle scuole tecniche e normali”.

“Senza aggirarci per un labirinto di leggi e regolamenti” le scuole sarebbero state organizzate, per la gestione e l’insegnamento, “sulla traccia dell’organamento piemontese”. Garantito anche l’insegnamento religioso in capo a un direttore spirituale, mentre “gli esercizi militari e ginnici” sarebbero stati insegnati da “istitutori speciali”. Il 6 novembre successivo il commissario per le Marche Valerio firmava il decreto di istituzione del liceo classico, con sede nell’ex collegio dei Gesuiti, dov’è tuttora.