È un futuro ancora incerto, quello delle volanti sambenedettesi: snobbati dal governo, gli armatori di stanza in riviera non sanno quale fermo pesca rispettare e quindi se andare in mare oppure no. Agli operatori, in particolare, non è chiaro quando dovrebbero fermarsi, e quindi se la pesca del piccolo pelagico nel Medio Adriatico sia vietata da metà ottobre a metà novembre o, semplicemente, per tutto il mese di novembre. Questo perché, durante il periodo Covid, le disposizioni sullo stop alle attività cambiarono, ma data l’assenza di comunicazioni del Dipartimento Pesca, questo comparto dell’industria ittica non sa come comportarsi, e buona parte delle barche è costretta a restare a terra, per evitare sanzioni. Nel frattempo, al Ministero dell’Agricoltura sono in corso riunioni fondamentali per le volanti. "In questo momento si sta decidendo il fermo per il nuovo triennio – spiega l’armatore Enzo Raffaele –. Ricordo che abbiamo fatto specifiche richieste per salvare la nostra situazione". Le volanti, va ricordato, pescano piccolo pelagico, ovvero sarde e acciughe: un pesce povero che però non può mancare nelle aste, ed è sempre richiestissimo da pescherie e ristoranti. Il fermo sardine, per esempio, comincia in autunno, periodo in cui si verifica il picco riproduttivo della specie. Proprio per questo alcuni mesi fa, una cordata di 22 volanti scrisse al Ministero per modificare il periodo di fermo, e spostarlo alla seconda metà dell’estate. Non solo: dovendo fermarsi per due mesi, gli armatori chiesero di effettuare il fermo per 60 giorni consecutivi, dal 1° agosto al 29 settembre. Nello stesso documento, inoltre, gli armatori esortarono il governo ad applicare le quote di pescato fra i vari tipi di imbarcazione, in modo da regolamentare il mercato. Per il calcolo di prodotto da trarre a riva, la missiva suggeriva di prendere in considerazione i dati delle catture operate nel quinquennio precedente, visto che le statistiche dell’ultimo periodo sarebbero state influenzate dal periodo di emergenza sanitaria. La lettera consigliava, quindi, di evitare un’assegnazione di quote per segmento o per areale, che avrebbe potuto determinare situazioni di conflittualità tra le imprese. Infine, le volanti chiedevano di essere indennizzati tramite specifica cassa, estesa anche agli equipaggi. I nodi, però, nono sono ancora stati sciolti.
CronacaFermo pesca, dopo il Covid si aspetta il calendario