Fermo pesca e proteste "Famiglie a casa"

I ristoratori ritengono la misura dello stop alle barche in mare dannosa per le loro attività

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"E’ un fermo pesca pazzesco, inutile e disastroso in questo periodo della stagione. La prossima settimana chiudo il ristorante e in 8 famiglie staremo a casa per colpa di una politica incompetente". Un giudizio netto, convinto, che non ammette giustificazioni, quello di Giovanni Venditti, titolare del ristorante "La Stiva" in via Dandolo, a due passi dal porto. "Non uso pesce congelato, di importazione ed allevato – aggiunge Venditti – per cui una volta terminata la scorta di pesce che ho comprato nel mercato ittico negli ultimi giorni di pesca, abbattuto come faccio sempre, chiudo il ristorante. Se devo chiudere ad agosto, significa che qualcosa non riporta a livello di Governo che stabilisce un fermo pesca il giorno dopo Ferragosto. Nell’indotto tutti, chi più e chi meno, qualcosa riceve come aiuti, noi nulla. I pescatori andavano in mare 4 giorni a settimana, adesso ci vanno due volte, risparmiano metà gasolio e grazie all’aumento dei prezzi riescono ad avere gli stessi introiti. Noi ristoratori mica possiamo raddoppiare il costo di un primo piatto da 10 a 20 euro!. Io non chiedo aiuti, ma voglio lavorare. Il pesce si è già riprodotto a maggio e giugno e in quel periodo dovrebbero fermare le vongolare che raschiano il fondo fino a 60 centimetri di profondità". Dello stesso avviso è anche Lorenzo Marinangeli, commerciante ittico. "Il fermo pesca era stato già fatto nei mesi scorsi con lo sciopero dei produttori: una settimana a marzo, tre settimane a maggio e poi il ritorno in mare con solo due giornate di pesca a settimana. Ora auspichiamo che arrivino gli sgravi promessi, il credito d’imposta, che significa per la pesca circa 25 centesimi di risparmio per litro di gasolio e che il prezzo del carburante scenda sotto a un euro. E’ importante, poi, che i mercati del pesce si stabilizzino. Molto si compete con l’Europa. Il pesce croato e francese arriva nei nostri mercati, come il nostro pesce va in altri mercati, soprattutto in quello spagnolo, in particolare i merluzzi di terza e le alici di qualità. L’auspicio e che ci sia anche un riscontro nei prezzi e nel valore, inteso anche come promozione della dieta a base di pesce. Portare la gente a comprare pesce fresco e meno quello di importazione pescato da giorni e quello congelato che non ha le caratteristiche del pesce nostro. I ristoratori si arrangiano con pesce del Tirreno, della Croazia, con quello della piccola pesca e il pesce azzurro, quest’ultimo importante perché ricco di Omega 3 che combatte il colesterolo. Meglio mangiare un pesce che costa poco, ma fresco al posto di pesce congelato pregiato che arriva da altri mari". A farsi sentire in questo periodo e la mancanza della "Frittura di paranza" con Busbane, Trigliette, Zanchette e Merluzzetti. "Ce ne dobbiamo fare una ragione – afferma Andrea Beitone, titolare del chiosco "Olio pesce fritto", in via Colombo, ingresso al porto – La gente ce la chiede, ma in questo periodo siamo costretti a fare la frittura di soli gamberi e calamari. Buoni prodotti surgelati del Pacifico".

Marcello Iezzi