Fisco, fondi Pnrr e tassazione "Una riforma per la flessibilità"

L’economista fermano nel suo nuovo libro si concentra sulle imposte a risparmi e patrimonio

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Tassare i risparmi e il patrimonio, invece di detrarre indistintamente dal nostro reddito. E’ questo in sintesi il concetto espresso da Massimo Monti nel suo nuovo libro. Dopo "Una strategia per partito" del 2018 e "L’immagine del nostro sistema economico" del 2021, esce in questi giorni la nuova opera del commercialista, revisore legale e consulente d’azienda fermano, intitolato "Il fisco nel nostro sistema". Monti, torna a parlare del tema che più gli appartiene, facendo una riflessione sulla riforma fiscale imposta dal Pnrr e sostenendo che le norme attuali sulla tassazione della persona fisica siano disallineate dal nostro sistema di economia.

Lei parla di tassazione scomoda e di un modello economico, quello keynesiano, forse di altri tempi. Perché?

"Il modello keynesiano non è d’altri tempi, è il rifugio dei governi quando l’economia inizia il suo ciclo di crisi. E in questo modello è inserita la tassazione accomunata al consumo e al risparmio. Credo che una buona riforma fiscale debba essere coerente allo schema che abbraccia la dinamica economica".

Ce ne vuole parlare?

"Oggi, la tassazione dell’Irpef, è sul reddito. Ma il reddito non rappresenta la vera capacità contributiva di un cittadino. Non tiene conto infatti dei costi che ciascuno di noi deve sostenere per vivere decorosamente, né delle aspettative future. Quello che rimane a disposizione lo chiamiamo risparmio e solo con il risparmio possiamo contribuire alle casse dello Stato".

Vuol dire che la tassazione deve essere sul risparmio e non sul reddito?

"Proprio così. Il reddito nazionale è consumo, risparmio e tassazione quindi dai nostri redditi, se togliamo il consumo necessario per vivere ci rimane proprio il risparmio da cui togliere ancora l’imposta. Dai redditi, ci dovrebbe essere consentito di detrarre almeno i costi per il vitto, la sanità, la cultura, le manutenzioni della casa e su ciò che rimane definire l’imposta".

Ma il risparmio non è una virtù antica? Deve esser pure tassata?

"Il risparmio è ancora una virtù ma se fosse necessaria vuol dire che dovrei privarmi di qualche cosa. Se gran parte dei miei introiti vengono assorbiti da consumi necessari per vivere decentemente per cui mi rimane poco in tasca perché dovrei essere tassato sul reddito? Le fasce di contribuenti più svantaggiate sono quelle a minor capacità di risparmio che risentono dell’inflazione e tra l’altro avranno difficoltà ad accrescere il proprio patrimonio. Così aumentano le disuguaglianze. E patrimonio vuol dire capacità contributiva e esercizio di diritti".

Quindi è del parere di tassare anche il patrimonio?

"Il patrimonio è il complemento del risparmio che nella nostra economia si trasforma in investimento quindi in acquisto di titoli del debito pubblico, partecipazioni, e anche auto, abitazioni, aziende e così via. Una vera riforma deve consentire la flessibilità di essere tassati a discrezione del contribuente parte sul risparmio e parte sul patrimonio. L’imposizione fiscale così com’è è fuori dal tempo, da qui il rifugio nell’evasione".

Fabio Castori