Ascoli, l'appello. "Bocciate i nostri figli"

I genitori di tre ragazzi disabili: "Nessun aiuto, sono regrediti"

La dirigente Nadia Latini

La dirigente Nadia Latini

Ascoli Piceno, 28 maggio 2020 - "La didattica a distanza non è uguale per tutti: allontana e penalizza soprattutto i ragazzi più fragili". È quanto pensano i genitori di tre studenti che non sono affatto d’accordo con la promozione di massa, per questo hanno preso carta e penna ed hanno scritto al preside del liceo artistico ‘Licini’ per chiedere la bocciatura dei loro figli.

Una questione molto delicata, che ha bisogno di una seria riflessione. "Siamo i genitori – scrivono – di figli speciali, che con il decreto dell’Azzolina rischiano di entrare nel calderone dei promossi, nonostante non abbiano raggiunto risultati, anzi i nostri ragazzi sono regrediti". La missiva è stata indirizzata alla dirigente scolastica del liceo artistico Licini, Nadia Latini.

"In seguito alle problematiche scolastiche derivanti dall’emergenza ‘Covid 19’ – proseguono – il percorso scolastico 2019-20 si è interrotto bruscamente, lasciando nel dubbio sull’esito finale dell’anno scolastico. Questo periodo di isolamento sociale per i nostri figli è stato doppiamente negativo, i ragazzi affetti da patologie importanti, senza la presenza del gruppo classe, dei docenti e di tutte le figure di riferimento sono notevolmente regrediti. Vista l’uscita del decreto scuola con tutte le indicazioni in merito agli studenti e le conseguenti valutazioni siamo qui a chiederle, nel caso in cui, il decreto del ministro Azzolina confermi la promozione a tutti gli studenti alla classe successiva, che per quanto riguarda alcuni alunni, di tenere conto, come d’accordi verbali di seguire la disposizioni decise in sede di gruppo H, alla presenza dell’Unità multidisciplinare dell’età evolutiva, che si occupa della tutela degli studenti con disabilità, dei servizi sociali dei vari comuni interessati, del referente di classe, dell’insegnante di sostegno e dell’assistente dell’autonomia e comunicazione, nonché dei genitori. Dietro la nostra richiesta ovviamente c’è una motivazione scolastica, psicologica, formativa, nonché legata al mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati in quanto legati ai progetti dell’istituto, che ovviamente non sono stati svolti o non portati a compimento e che ovviamente non possono essere recuperati nel prossimo anno scolastico, come si richiede agli alunni ‘normodotati".

La didattica a distanza è un metodo innovativo, ma non sempre si è rivelata di successo. I tre studenti, quando frequentavano la scuola, avevano a disposizione un’insegnante di sostegno, un’educatrice per aiutarli nelle autonomie personali. Dopo la chiusura i ragazzi disabili non hanno avuto nessun contatto con i loro insegnanti curriculari. "Abbiamo visto che la mancanza di coinvolgimento ha determinato una sorta di regressione. Abbiamo vissuto con molta difficoltà tutto questo. Per i nostri figli l’anno scolastico si è concluso a febbraio".

Per questo i genitori chiedono che i ragazzi ripetano l’anno scolastico con una bocciatura programmata, che possa essere concordata con la famiglia e la scuola. "Essere bocciati – concludono i genitori – è una necessità. I nostri figli non hanno una capacità di recupero paragonabile a quella degli altri bambini". La preside sentita telefonicamente si è limitata a dire che tutte le scuole sono in attesa di una di una nota esplicativa che aiuti a fare chiarezza. Al momento però sembra più buio che andar di notte.