I servizi di pulizia, custodia e sanificazione della piscina comunale e del palazzetto dello sport vengono esternalizzati: il Comune affida i lavori ad una cooperativa, ma la decisione di viale De Gasperi non è stata minimamente trattata in nessuna delle recenti commissioni, anche se il contratto dei lavoratori a tempo determinato è scaduto già a fine agosto. La decisione, inevitabilmente, scatena le ire della minoranza consiliare, in primis dei Verdi, di parte del gruppo misto e di Pd, Articolo Uno e Nos. "L’affidamento della custodia e della sanificazione del palazzetto e della piscina rappresenta l’ennesimo atto che avviene quasi di nascosto – tuona Paolo Canducci –. È vero che a fine luglio si era previsto il capitolo di spesa per pagare questo servizio, che da interno sarebbe andato all’esterno, ma nessuno ha fatto alcun cenno a questa volontà. Gli stessi dipendenti lo hanno saputo dalla cooperativa. Il metodo scelto è del tutto sbagliato: occorreva garantire maggiore attenzione ai lavoratori, attraverso un confronto con i sindacati atto ad assicurare lo stesso livello retributivo. L’amministrazione avrebbe dovuto trovare una soluzione con le rappresentanze sindacali, magari chiedendo alla Multiservizi o altre partecipate se avrebbe potuto reintegrarli allo stesso livello". Alle rimostranze del capogruppo dei Verdi si associa la dottoressa Bottiglieri: "Si prospetta un ulteriore impoverimento delle famiglie sambenedettesi – aggiunge la consigliera – e se questi dipendenti prenderanno di meno ci saranno spese inferiori in città".
"Di tutto ciò non si è discusso in commissione, e nel bilancio non era chiaro. Tutto ciò va a sommarsi alla questione mense, dove ancora non si sa nulla sui 20 dipendenti che dovranno essere assunti dalle cooperative". Le sigle sindacali, infatti, sono uscite piuttosto insoddisfatte dal confronto avuto con il vertice comunale sul tema mense la settimana scorsa. Un altro problema, in tal senso, è rappresentato dal fatto che alcuni dipendenti un tempo addetti alla refezione negli asili verranno assunti tramite procedura facilitata con inquadramento ‘A’ anziché ‘B’: Cgil, a tal proposito, ha messo in chiaro che prima sarebbe stato necessario definire le mansioni di questi lavoratori. Per tornare alla piscina e al palazzetto, Luciana Barlocci ha fatto notare come "a gennaio già si sapeva della scadenza dei contratti della piscina. Questa – ha concluso la consigliera del misto – è un’amministrazione dove non si programma nulla". "Per il comune si prospettano maggiori costi per 20mila o 30mila euro – ha detto dal canto suo Annalisa Marchegiani – questa è una scelta priva di buon senso". Durissimo anche Giorgio De Vecchis: "In questo comune l’improvvisazione viene usata per risolvere i problemi: quest’operazione, tra costi e ricavi, comporterà una spesa maggiore".