Gestiva una sorta di supermarket della droga tra il Fermano e il Maceratese insieme alla sua compagna. La cosa però non era sfuggita ai carabinieri che, dopo alcune settimane, erano riusciti ad incastrare il pusher e ad arrestarlo, denunciando invece la sua complice. Lui un 32enne egiziano magrebino è stato processato con rito ordinario ed è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Lei invece ha patteggiato la pena di un anno e due mesi.
Le indagini erano scattate nel 2020, quando i militari dell’Arma, nel corso della quotidiana attività di controllo del territorio, avevano appreso da alcuni cittadini che nei paesi confinanti con il Maceratese era in atto una presunta attività di spaccio ad opera di un personaggio che, con metodicità, giungeva a bordo di una berlina.
Al fine di verificare i fatti era stata predisposta un’attività di monitoraggio e osservazione dell’area interessata, nel corso della quale i carabinieri avevano individuato concreti elementi di sospetto a carico dell’egiziano, risultato essere già pluripregiudicato per delitti connessi alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti. Il prosieguo dell’attività investigativa, secondo le normali tecniche di osservazione e pedinamento, aveva consentito di individuare sia il luogo di effettiva dimora del pusher, a Civitanova Marche, diverso dalla residenza di Sant’Elpidio a Mare, dove invece occultava lo stupefacente poi destinato allo spaccio.
L’intera attività di intelligence svolta era stata refertata alla Procura della Repubblica, che aveva emesso un decreto di perquisizione nei confronti dell’indagato. La perquisizione eseguita dai carabinieri con l’unità cinofila della Guardia di Finanza aveva consentito il rinvenimento e il sequestro di 130 grammi di cocaina purissima che, opportunamente tagliata, sarebbe stata poi suddivisa in dosi e spacciata nel Fermano e nel Maceratese, con ricavi stimabili intorno ai 100mila euro. Erano stai poi trovati 50 grammi di marijuana, bilancini, oggetti atti al confezionamento delle dosi e la somma in contanti di 8.000 euro frutto dell’attività illecita svolta negli ultimi giorni, oltre a banconote in valuta egiziana pari a circa 700 euro.
Fabio Castori