Gianni Schiuma al Serpente Aureo: "Musica e aneddoti"

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Gianni Schiuma, al secolo Gianni D’Angelo, sarà protagonista dopodomani alle 21.15, al Serpente Aureo di Offida nello show ‘Io Gianni Schiuma: monologo di un vecchio dj’. Sessanta immagini, 47 canzoni, in una serata che ripercorrerà quarant’anni di musica, di una ricca carriera e tante soddisfazioni.

"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via", diceva Cesare Pavese, Schiuma lei è nato a Castel di Lama, precisamente a Sambuco. Qual è il ricordo della sua infanzia?

"Sono nato a Sambuco dove restano i miei ricordi più cari e le amicizie più solide. Una strada, una chiesetta, una piazzetta e un bar era tutta la mia vita. Lì ho vissuto una contentezza insolita, che assomiglia molto alla felicità, nonostante le difficoltà di quei tempi, rimane un’immagine preziosa che custodisco nel mio cuore. Quella chiesetta mi sembrava una cattedrale, era tutto il mio mondo. Poi ad 8 anni sono andata a vivere a Porto D’Ascoli. A Castel di Lama ho partecipato a gare di canto, ho vinto la gara quando Celentano stava girando Serafino ad Arquata. Nel mio spettacolo riparto dal 1961, la data della mia nascita e racconto la mia vita e quella della mia famiglia attraverso la mia passione che è la musica: l’esperienza del collegio, la morte di mio padre, i gruppi musicali, le prime esperienze da dj. Racconto sessant’anni di storia di musica, intervallati da aneddoti, sottolineando il cambiamento sociale".

Com’è cambiato questa società?

"Prima il telefono era fatto da una ghiera che si girava con i numeri, adesso siamo in grado di telefonare anche camminando per strada, è il risultato di un’evoluzione fredda e distaccata. Alla fine la vita dipende da quello che sei, dalla tua onestà, dalla tua curiosità, di come ti rapporti con il cuore. Nella vita ho avuto sempre la fortuna di fare ciò che mi piaceva".

Nostalgico, ma pronto all’evoluzione?

"Certo, sono leader dei 25enni come dei 60enni, sono ancora lì sul pezzo a trasmettere e toccare. Ho scritto anche un libro che è diventato una piece teatrale. Spero di continuare a fare quello che faccio e continuare a sognare a occhi aperti. Chi verrà a vedere il mio spettacolo rivedrà tutto questo, una parte del passato, il presente e anche il futuro di Gianni Schiuma".

Perché ha scelto di chiamarsi Schiuma?

"Tutto risale al terribile evento dello stadio del Ballarin che resta una ferita ancora aperta: avevo 19 anni, quando rimasi seriamente ferito, nel rogo persero la vita due giovani. C’era una rubrica che si chiamava Schiuma, alla quale ho raccontato la mia esperienza, da quel giorno per tutti sono diventato Schiuma. Dopo quella terribile esperienza sono tornato alla vita. Ho 61 anni, un locale Vineles a San Benedetto che mi dà molte soddisfazioni, sto cercando di organizzare un Festival e sono tornato a vivere con un nome e una prospettiva nuova".

Maria Grazia Lappa