Giornalismo come integrazione: ecco la testata del carcere in collaborazione con la Diocesi

L’attività editoriale come strumento per l’integrazione tra chi vive nella casa circondariale e il mondo esterno. Lodevole il progetto nato dall’idea tra il Vescovo di Ascoli Monsignor Giovanni D’Ercole e la direttrice della casa circondariale del Marino dottoressa Eleonora Consoli. Nell’inserto del quindicinale ‘La Vita Picena’ è stato inserito l’inserto ‘L’Eco del Marino’, curato dalla casa circondariale e dai detenuti. "Nel giugno 2019 sono diventato direttrice della casa circondariale di Ascoli – ha spiegato la dottoressa Consoli -, e appena arrivata mi sono subito resa conto che l’attività legata all’editoria era stata un po’ stoppata. Provenendo dall’esperienza di Fermo posso dire che questo fenomeno era sempre stato il motore principale per l’integrazione nel territorio per chi vive in un istituto del genere. Così volevo riaprire anche qui ad Ascoli il discorso legato al giornalino. Parlando con il Vescovo D’Ercole siamo riusciti a far uscire questo inserto in un periodo non facile come quello del covid. Concludo dicendo che le attività dei detenuti ci stanno aiutando anche nella cappella interna. Due dei 44 detenuti di alta sicurezza si stanno adoperando da qualche mese nella realizzazione di questo luogo di culto interno all’istituto. Voglio ringraziare la figura di don Alessio e la Caritas che ci sono stati sempre vicini nella risoluzione di piccoli grandi problemi". "Questo è un desiderio che condivido da tempo – ha aggiunto Monsignor D’Ercole -. ritengo che sia estremamente interessante che chi vive fuori non si senta estraneo a quel mondo e chi vive dentro che non si senta escluso. Questo giornale è soltanto il primo numero, ma costituirà uno spazio di dialogo tra il mondo interno e il mondo esterno. Questo dialogo permetterà a tutta la comunità di capire la realtà che si vive all’interno del carcere".

Il progetto editoriale sarà curata dalla coordinatrice Paola Pieragostini e uscirà, almeno inizialmente, con cadenza quadrimestrale. "Sono felice del fatto che con questo progetto si sia trovata un’unità di intenti – ha commentato la coordinatrice -. Il valore del dialogo è stato portare fuori e rivolgere alla comunità il valore pratico di cosa vuol dire vivere nel carcere.

Massimiliano Mariotti