Giorni della merla e Candelora: dal buio dell’inverno si intravede la luce

Il 29, 30 e 31 gennaio sono descritti come i giorni più feddi dell’anno: tra fede e leggenda

Le giornate iniziano piano piano ad allungarsi ma la tradizione popolare designa il 29, il 30 e il 31 gennaio come i tre giorni più freddi dell’anno: "i giorni della merla". Gli anziani narravano che un tempo il merlo avesse uno splendido piumaggio bianco. Ingannato dai tiepidi raggi primaverili, un lontano 28 gennaio il merlo decise di uscire dal suo riparo e sbeffeggiò il vecchio mese di gennaio, credendolo ormai agli sgoccioli. Gennaio, chiese allora tre giorni in prestito a febbraio e con rabbia ricoprì di neve i campi e gelò il sole. Per ripararsi dalla furia di gennaio, il merlo costruì il suo rifugio in un comignolo e alla fine della tempesta le sue piume si tinsero del colore della cenere. I giorni della merla procedono la Candelora, la festa della luce, che cade 40 giorni dopo la nascita di Gesù: "Quanno viè la Candelora dall’inverno sémo fòra, ma se piove o tira vento, nell’inverno semo dentro". In questo giorno vengono benedette delle umili candele bianche che vengono donate ai fedeli. In passato si era convinti che la candela ricevuta dal sacerdote potesse avere effetti benefici: veniva appesa sopra il letto o chiusa nel cassetto della biancheria, affinché garantisse nella casa benefici influssi contro le forze del male e la si custodiva per poterla accendere per la nascita dei bambini o al capezzale dei moribondi. Il capofamiglia incrociava le candele sotto la gola dei familiari in caso di bruciore, mentre pezzi di candela venivano sciolti in un cucchiaio d’ottone per curare i geloni nelle mani e talvolta il Fuoco di Sant’Antonio. Il prossimo 2 febbraio, secondo la tradizione celtica Imbolic, è il giorno in cui viene simbolicamente acceso il fuoco catartico e spirituale che segna il tempo del risveglio e il ritorno alla luce.

Maria Grazia Lappa