Giorni difficili Ma si vedono segnali di luce

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Flavio

Nardini

È

stata una delle settimane più tristi sul fronte Covid per il Piceno. Tra le numerose vittime ci sono anche persone più giovani (Guerriero Neroni aveva 50 anni, Giorgio Gabriele 60) e un medico, lo psichiatra del Mazzoni Luciano Giorgi. Uno di quegli eroi incensati durante il lockdown primaverile e presto dimenticati, nonostante il loro impegno non sia diminuito, anzi, a volte raddoppiato. Ma di fronte al dramma ci sono sempre spiragli di luce, come i 30 infermieri che si sono laureati venerdì, 15 dei quali dovrebbero prendere servizio subito negli ospedali. Oppure il primario di Ortopedia, Concetto Battiato, che è riuscito a vincere la battaglia contro il virus, così come tante altre persone, dimesse dagli ospedali. Tra loro c’è anche la professoressa Rosaria Liberati che oggi ci racconta la sua storia, lei ce l’ha fatta ma porterà con sé per sempre un’esperienza durissima: "Tutti si chiedono perché proprio a me, invece dovrebbero chiedersi perché non a me" dice, tra le altre cose. E ha ragione. Così stona parecchio il comportamento di chi, mentre il governatore Francesco Acquaroli annuncia la possibilità di tornare zona gialla dal prossimo fine settimana, si ostina a considerarsi al di sopra delle regole. Che senso può avere, ora, mangiare di nascosto in una saletta di un bar? Che incasso può ottenere il gestore dell’attività – capiamo bene martoriato dalle difficoltà – che si considera più furbo degli altri, come nel caso di quel commerciante sorpreso dalla polizia e multato insieme ai suoi clienti? Che differenza possono fare, adesso, quattro coperti? Allora meglio tornare a parlare di quegli operatori sanitari, a rischio in ogni minuto del loro lavoro, che si sono autoisolati per non rischiare di contagiare i propri cari. Quelli che erano eroi a marzo e lo sono ancora oggi. E che pochi giorni fa hanno pianto un collega.