San Benedetto, marittimo 'miracolato' dopo 40 ore in acqua. Arrestato per violenze

Maltrattamenti in famiglia, Giovanni Amodio sorpreso in flagranza

Lo scorso ottobre fu ritrovato a 7 miglia dalla costa davanti a Pescara dopo 40 ore passate in mare

Lo scorso ottobre fu ritrovato a 7 miglia dalla costa davanti a Pescara dopo 40 ore passate in mare

San Benedetto (Ascoli), 9 gennaio 2019 - Il marittimo di Martinsicuro che a metà ottobre scorso salì alla ribalta della cronaca per essere sopravvissuto oltre 40 ore in mare, dopo l’affondamento della sua piccola imbarcazione da pesca, ieri è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per maltrattamento in famiglia.

Un evento che ha lasciato sconcertati amici, parenti e conoscenti, soprattutto dopo l’impresa di cui si era reso protagonista. Giovanni Amodio, 35 anni, sposato e padre di una ragazzina, è stato arrestato in flagranza di reato, dopo l’ennesima lite con la madre ed ora dovrà rispondere anche di atti persecutori e porto di coltello del genere proibito. L’uomo è stato bloccato mentre tentava di fuggire dalla propria abitazione, al termine dell’ennesimo litigio con la madre alla quale chiedeva sempre più con insistenza soldi per soddisfare le proprie esigenze personali. Al fermo diniego della donna, il figlio aveva alzato le mani.

Nel corso della perquisizione personale, i militari dell’arma di Martinsicuro l’hanno trovato in possesso di un coltello a serramanico, subito sequestrato. La madre ha denunciato ai carabinieri di essere vittima di persecuzioni da diverso tempo, che il figlio metteva in atto mediante percosse, molestie e reiterate minacce, anche di morte, facendola temere per la sua incolumità. L’arrestato è stato tradotto nella casa circondariale di Teramo in attesa del giudizio per direttissima.

Giovanni Amodio è un uomo miracolato. Di lui si persero le tracce la notte di venerdì 12 ottobre e fu ritrovato dall’equipaggio di un’imbarcazione a 7 miglia dalla costa davanti al porto di Pescara, la domenica pomeriggio. Giovanni era uscito in mare con la sua imbarcazione, la «San Gabriele», di circa sei metri, per andare a recuperare le reti da posta. Non vedendolo tornare, la mattina successiva i familiari diedero l’allarme alla capitaneria di porto di Giulianova che fece scattare le ricerche. Il piccolo natante fu rinvenuto rovesciato a circa 8 miglia dalla costa davanti a Giulianova, ma del marittimo nessuna traccia.

Subito intervennero i sommozzatori dei vigili del fuoco di Teramo, le motovedette della capitaneria di porto e anche due elicotteri, uno dei vigili del fuoco e uno della polizia di Stato, con il supporto dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Ancona. La domenica pomeriggio, invece, il miracolo. Alle 16,30 circa, Giovanni Amodio, grazie al giubbetto salvagente, che aveva indossato per tempo, era salvo. La corrente l’aveva trasporto a sud per decine di chilometri e nessuno dei mezzi impiegati nelle ricerche era riuscito a individualo. La sua immagine, che fino a ieri era legata a una incredibile impresa, ora dovrà difendersi da un infamante accusa.