Green pass falsi per incassare cento euro Gli avvocati del dottore chiedono i domiciliari

Domani verrà depositato un ricorso al tribunale della Libertà di Ancona dai legali di Rossi

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Gli avvocati Lavinia Tarli e Umberto Gramenzi (foto) depositeranno domani un ricorso al Tribunale della Libertà di Ancona per far ottenere gli arresti domiciliari a Giuseppe Rossi, il medico ascolano arrestato lo scorso 4 gennaio per ché accusato di aver favorito l’ottenimento di green pass a 73 persone senza che le stesse si sottoponessero alla somministrazione del vaccino anti Covid. I due penalisti stanno lavorando anche per impugnare contestualmente il decreto col quale il pubblico ministero ha convalidato il sequestro di 6.800 euro effettuato dai carabinieri all’atto di arrestare Rossi che nell’occasione ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Parole con le quali ha ricostruito quelli che, a suo dire, sono stati i rapporti tra lui e Maurizio Strappelli, ai domiciliari perché ritenuto l’intermediario fra il medico e i pazienti. Il dottore ha messo a verbale che per ogni certificato taroccato lui incassava 100 euro; la procura vuole appurare se i pazienti pagavano somme più alte e se una parte di questi soldi erano trattenuti da Strappelli. Rossi chiede che gli siano concessi i domiciliari per motivi di salute, piuttosto precaria da tempo.

Il medico è stato rinchiuso in carcere per il pericolo di inquinamento delle prove, mentre per il pericolo di reiterazioni del reato il giudice Annalisa Giusti ha disposto gli arresti domiciliari. Gli avvocati Gramenzi e Tarli ritengono che i domiciliari con divieto di comunicare con persone estranee alla famiglia, sarebbero sufficienti anche per scongiurare il pericolo di inquinamento delle prove. Sul fronte Strappelli, l’avvocato Stefano Pierantozzi sta lavorando per fargli ottenere il permesso di recarsi al lavoro.

p. erc.