I contributi le spettavano: assolta

Era accusata di aver percepito indebitamente oltre 32mila euro quale contributo per l’autonoma sistemazione a seguito del sisma del 2016....

Era accusata di aver percepito indebitamente oltre 32mila euro quale contributo per l’autonoma sistemazione a seguito del sisma del 2016. Per questo il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Rita De Angelis ha rinviato a giudizio una donna ascolana di 46 anni accusata di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Difesa dall’avvocatessa Rita Occhiochiuso l’ascolana è stata assolta dal Collegio del Tribunale di Ascoli. Il novembre del 2016, a seguito delle scosse del 24 agosto e del 30 ottobre, la donna residente nel centro storico di Ascoli ha presentato al Comune una richiesta di contributo per l’autonoma sistemazione che le è stato accordato. Per farlo avrebbero però reso una dichiarazione che per la Procura è falsa. Ha infatti indicato che risiedeva abitualmente con la sua famiglia (marito e due figli) in quella abitazione, ma invece non sarebbe così. Su questo ha indagato la Procura di Ascoli che, come si ricorderà, ha svolto numerosi accertamenti per verificare se fossero tutte corrette le richieste del Cas per i danni del terremoto; qualcuno ha anche restituito spontaneamente i soldi percepiti indebitamente. L’ascolana ha incassato i soldi del Cas da gennaio 2017 fino a novembre 2019; si tratta di 900 euro al mese, per una somma di poco superiore ai 32 mila euro. Nel processo non è stata raggiunta la prova della sua colpevolezza, per cui è stata assolta. p. erc.