REDAZIONE ASCOLI

I lavori sono un caso: "Ora la Soprintendenza"

Dopo le polemiche sui social per rua del Lauro, via delle Stelle e la chiesa della Madonna del Ponte si muove l’opposizione

I lavori sono un caso: "Ora la Soprintendenza"

Dopo le polemiche sui social per rua del Lauro, via delle Stelle e la chiesa della Madonna del Ponte si muove l’opposizione

Le bellezze della città lasciano il posto a opere che fanno storcere il naso, soprattutto quando si parla di travertino. Non sono poche infatti le polemiche che circolano tra i cittadini ascolani negli ultimi giorni e che vedono protagonisti alcuni luoghi centrali, storici e culturalmente importanti delle Cento torri. Si parte con il botto, con la fresca polemica legata alla chiesa della Madonna del Ponte, a Porta Cartara. Il nuvolone sollevato circa la presenza di tempere al suo interno, ora coperte dall’intonaco, sembra trovare conferma. "La chiesa – racconta Don Elio Nevigari – era tutta dipinta al suo interno, completamente decorata da Biagio Miniera, artista settecentesco ascoltano. Poi, e qualche anziano cittadino probabilmente lo ricorda, forse per via delle infiltrazioni, nel periodo della guerra, quindi 70 anni, fu imbiancata totalmente e quelle opere coperte. Lesionata dal sisma adesso la stanno restaurando, e ha iniziato a farsi strada un movimento che consiglia di sfruttare l’occasione dei lavori per restaurare anche le antiche tempere. Il problema però è economico: i fondi garantiti per il terremoto finanziano la riqualifica dei danni causati dal sisma, non il restauro di artistico. Mettendo nel progetto anche il reupero delle opere la spesa ovviamente salirebbe. Per questo, il movimento cerca di sensibilizzare la cittadinanza approfittando del momento per smuovere qualche sponsor che intenda riportare alla luce la decorazione". L’autore di tali decorazioni è un ascolano da non dimenticare: "Biagio Miniera, nato e vissuto qui nel 700, è un artista le cui opere, rimaste poche e non approfonditamente studiate, denotano comunque un livello buono di pittura. Non c’è – sottolinea ancora Nevigari – una particolare storia critica ma sappiamo che studiò nella bottega dell’ascolano Carlo Palucci ascolano bottega prima di un’esperienza a Roma. E’ morto qui nel 1755 ed è stato sepolto al crocifisso".

Da non dimenticare, c’è anche il portone al civico 27 di Corso Mazzini. Stando alle parole dello storico Antonio Rodilossi, si tratterebbe di un portale proveniente dalla casa demolita forse appartenuta al celebre pittore Carlo Crivelli. Da ottant’anni però "si trova in stato di totale abbandono, molti turisti si soffermano a guardarlo ma poi se ne vanno delusi dalla trascuratezza" commenta Enzo Morganti. E poi, il travertino che lascia spazio a lastre di cemento in via delle Stelle e il ciottolato di rua del Lauro che viene coperto da uno spesso strato di asflato nero. Modifiche che dovrebbero essere migliorie, ma che vengono percepite come stridenti rispetto all’ambiente circostante.

A muoversi, dopo le varie sollecitazioni dei cittadini, c’è anche la minoranza. Il consigliere Gregorio Cappelli, in una nota pubblicata sui suoi social, scrive: "Come consiglieri comunali di opposizione, abbiamo richiesto un incontro con la Soprintendenza per esaminare le modalità con cui il Comune di Ascoli Piceno ha effettuato gli interventi di riqualificazione di Rua delle Stelle e di altre zone storiche della città (Rua dei bersaglieri, Rua del lauro, etc). Lo scopo è quello di verificare la correttezza delle scelte compiute per assicurare la tutela e il rispetto del nostro prezioso patrimonio urbano. Abbiamo dubbi riguardo i metodi impiegati dall’amministrazione comunale, la quale utilizza cemento e catrame in luoghi che meriterebbero ben altra cura. Questi angoli – scrive ancora – caratteristici, un tempo valorizzati da travertino e ciottolato tipico, rischiano di perdere l’identità che li rende meravigliosi ed unici. Il progetto di riqualificazione deve rispettare la storia e l’estetica di Ascoli Piceno, lasciando intatto il fascino che da sempre cittadini e turisti ammirano".

Ottavia Firmani